La sicurezza di processo ha lo scopo di prevenire il rilascio accidentale di sostanze chimiche, di energia, o altri materiali potenzialmente pericolosi nel corso di processi produttivi, che possano comportare effetti indesiderati su persone all'interno o all'esterno del sito, sull'ambiente o su asset aziendali (impianti o oleodotti eccetera). Se nonostante tutti gli sforzi di prevenzione, si generano delle emergenze un'efficace gestione delle stesse consente di mitigarne gli effetti e contenere potenziali escalation. La Sicurezza di processo è il risultato della corretta gestione degli asset durante il loro ciclo di vita, che inizia da una progettazione con i migliori standard tecnici e di sicurezza applicabili. La gestione delle emergenze prevede l'individuazione e valutazione dei possibili scenari incidentali ed effetti (tramite l'uso di modelli matematici complessi), la pianificazione della gestione delle emergenze (dai piani alle procedure operative, risorse addestrate, mezzi idonei e infrastrutture dedicate) ed esercitazioni da parte del personale (più di mille solo in Italia).
I risultati
Gli incidenti di processo (eventi la cui probabilità è solitamente molto bassa) possono avere effetti anche rilevanti se non vengono ben governati da un adeguato sistema di prevenzione e gestione. Nell'ultimo decennio un'attenta gestione della sicurezza di processo in Eni ha consentito di non dover fronteggiare situazioni o eventi dalle conseguenze molto gravi quali ad esempio l'incidente all'impianto di perforazione BP nel Golfo del Messico che è costato la vita a 11 persone e ha causato un esteso inquinamento marino. Anche per questo motivo Eni è anche parte del sistema nazionale di Protezione civile, siede nel Comitato operativo presso il dipartimento di Protezione civile nazionale e viene regolarmente coinvolta sia in esercitazioni che in emergenze reali a seguito di calamità naturali. Il suo impegno per il sisma d'Abruzzo ha consentito a Eni di venire insignita della Pubblica benemerenza di prima classe dal presidente della Repubblica).
Metodologie e best practice
Il presidio delle attività inerenti la sicurezza di processo è stata sempre una priorità in ambito Eni, assicurata dalla corretta applicazione di politiche di manutenzione preventiva, predittiva e di ispezioni/collaudi oltre che da best practice progettuali e di esercizio.
I controlli
Eni attua un efficace sistema di controllo grazie a specifici «audit di sicurezza di processo» affiancate alle altre tipologie di audit Hse (Health, safety and environmental) per verificare gli elementi trasversali che concorrono al sistema di gestione della sicurezza contro rischi come perdita di fluidi pericolosi che possono condurre a incidenti seri (incendi, esplosioni, rilasci tossici eccetera). Tali audit sono condotti sia sugli impianti di produzione petrolifera ( upstream ) che sugli impianti downstream (raffinerie, petrochimici, depositi, oleodotti e centrali termoelettriche) tanto da collocare Eni tra i best players del settore.
Tutte le realtà Eni sono strutturate per reagire tempestivamente alle emergenze. I siti industriali sono tutti dotati di un piano di emergenza interno che tiene conto di tutti gli interventi. Vengono definiti ruoli, responsabilità, misure per il controllo di situazioni di rischio, modalità di intervento dei lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi, di evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave ed immediato e di pronto soccorso.
Sicurezza degli oleodotti
Un cenno particolare merita la sicurezza degli oleodotti, condotte interrate per 2-3 metri che trasportano greggio o prodotti finiti al di fuori degli impianti verso i depositi. Sono controllati in remoto dalle sale operative che recepiscono anche le segnalazioni esterne tramite numero verde dedicato da persone, enti, forze di polizia o sistemi di monitoraggio. Se necessario si attiva l'unità operativa per l'emergenza che attua tutte le azioni previste in questi casi (interruzione trasferimento prodotto, chiusura valvole telecomandate, eccetera) oltre che di contenimento e remediation dell'impatto della perdita sul terreno o nelle acque.
La tempestività è un elemento chiave nella risposta, mentre la prevenzione può essere effettuata mediante un piano di manutenzione e ispezione. È più difficile prevenire i tentativi di effrazione finalizzati alla sottrazione di prodotti petroliferi. Dal 2011 ad oggi, anche complice l'aggravarsi della crisi economica, si sono verificati più di 70 effrazioni o tentativi di effrazioni lungo i 1.500 km di oleodotti di Eni in Italia.
Per questo motivo Eni ha sviluppato un nuovo sistema di rilevazione delle micro vibrazioni grazie a sensori vibro-acustici che permette interventi in tempi rapidi. Dopo la fase sperimentale sull'oleodotto Gaeta-Pomezia il sistema verrà progressivamente applicato su tutta la rete, a partire dall'oleodotto Civitavecchia-Fiumicino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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