Cronache

Aisha rompe il silenzio "Grazie a Dio sto bene Ma non arrabbiatevi..."

La cooperante milanese ha voltuo ringraziare tutti coloro che hanno rivolto un pensiero di sostegno a lei e ai suoi cari durante il sequestro: "Volevo riabbracciare le persone più importanti della mia vita, sentire ancora il loro calore e dirgli quanto le amassi nonostante il mio vestito"

Aisha rompe il silenzio "Grazie a Dio sto bene Ma non arrabbiatevi..."

Silvia Romano, la cooperante italiana rapita in Kenya nel novembre del 2018 e rilasciata venerdì scorso in Somalia, ha voluto affidare al suo profilo Facebook un pensiero e un ringraziamento agli amici che la stanno sostenendo in queste ore, in particolare dopo gli attacchi ricevuti in rete. "Sentivo che avreste visto il mio sorriso e avreste gioito perché sono viva e sono qui. Io ho sempre seguito il cuore e quello non tradirà mai. Non arrabbiatevi per difendermi", ha scritto la giovane su un post che non è pubblico a tutti gli utenti ma soltanto ai suoi amici.

"Grazie a tutti, amici e non"

"A tutti gli amici e le amiche che mi sono stati vicini con il cuore in questo lungo tempo, grazie grazie grazie. Grazie anche a chi non era un amico, ma un conoscente o uno sconosciuto e mi ha dedicato un pensiero", scrive la cooperante italiana. La quale ha voluto rivolgere un pensiero anche a chi ha dato sostegno alla sua famiglia durante i 18 mesi di sequestro in Africa: "A tutti coloro che hanno supportato i miei genitori e mia sorella in modo così speciale e inaspettato: scoprire quanto affetto gli avete dimostrato per me è stato ed è solo motivo di gioia. Sono stati forti anche grazie a voi e io sono immensamente grata per questo".

Il riferimento al vestito

Nel suo messaggio, Silvia Romano ha poi fatto riferimento all'abito indossato il giorno del suo rientro in Italia, un jilbab verde smeraldo: "Non vedevo l'ora di scendere da quell'aereo perché per me contava solo riabbracciare le persone più importanti della mia vita, sentire ancora il loro calore e dirgli quanto le amassi nonostante il mio vestito". Subito dopo il rilascio, infatti, la giovane si è mostrata con un abito lungo e il velo sul capo, oggetto di polemiche e attacchi, soprattutto sui social network. Ieri pomeriggio, i vicini di casa della cooperante hanno chiamato le forze dell'ordine dopo aver visto che una delle finestre dell'appartamento dove vive Silvia era stata presa a bottigliate.

"Felice di trovare i miei ancora in piedi"

"Sono felice perché ho ritrovato i miei cari ancora in piedi, grazie a Dio, nonostante il loro grande dolore. Perché ho ritrovato voi tutti pronti ad abbracciarmi", continua Silvia. Che conclude così il suo appello di non arrabbiarsi per difenderla: "Godiamoci questo momento insieme. Vi abbraccio virtualmente forte e spero di farlo presto anche dal vivo. Vi Voglio bene".

La ragazza, finita nelle mani di al Shabaab, è stata prigioniera per un anno e mezzo tra il Kenya e la Somalia, mentre operava per la onlus "Africa Milele" che si occupa di infanzia.

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