Cronache

Sindacalista Cisl aggredito dai migranti nel ghetto di Rignano

Luigi Sbarra denunica l'aggressione del segretario territoriale della Cisl di Foggia da parte di un gruppo migranti

Sindacalista Cisl aggredito dai migranti nel ghetto di Rignano

Un sindacalista della Cisl è stato aggredito violentemente, derubato e sequestrato per un’ora da un gruppo di migranti stranieri nel ghetto di Torretta Antonaci a Rignano, nel Foggiano. Si tratta del ghetto di Aboubakar Soumahoro, e da anni da più parti ne viene denunciata la gestione mafiosa.

Il sindacalista è stato aggredito dai migranti proprio per aver provato a ristabilire legalità.

Il primo a denunciarlo è stato Luigi Sbarra, segretario nazionale della Cisl: “Solidarietà e vicinanza al sindacalista vittima di una vigliacca aggressione nel ghetto di Rignano. Pieno sostegno alla Cisl di Foggia che si batte per l’integrazione, l’inclusione, la dignità degli immmigrati. Si faccia piena luce sull’accaduto”. Il sindacalista si era recato al campo che ospita quasi un migliaio di stranieri, la maggior parte braccianti, per insediarsi ed attivare le misure di sostegno e inclusione previste nell’ambito dell’affidamento, da parte della Regione Puglia, dei servizi di accoglienza, tutela e contrasto al caporalato. La denuncia su quanto accaduto è stata inoltrata ai carabinieri di Foggia.

Con Luigi Sbarra è intervenuto anche Antonio Castellucci segretario generale della Cisl Puglia: “Condanna totale verso chi non accetta la legalità e gli sforzi per la vera integrazione. L’aggressione al segretario territoriale della Cisl è un fatto di una gravità inaudita ed è un attentato alla volontà di insediare presidi di legalità, in avamposti diventati di degrado e di posti da sempre considerati ‘terra di nessuno’ e di ‘non vita’. Abbiamo avuto stamani un incontro con i vertici in Prefettura per chiedere la presenza costante delle forze dell’ordine nel campo e di portare quanto accaduto al tavolo tecnico per l’ordine pubblico e la sicurezza - ha dichiarato Antonio Castellucci- Chiediamo anche alla Regione Puglia di intervenire in quanto c’è la necessità di fare piena luce sui fatti avvenuti”.

La petizione ‘Mai più ghetti’ ha superato rapidamente le 20 mila adesioni. “Va sostenuta- dice la Cisl- per dare un messaggio forte alla politica e in particolare al prossimo governo e a chi presiederà il parlamento nella prossima legislatura: la lotta al caporalato e il superamento dei ghetti devono essere una priorità se veramente vogliamo essere un Paese civile che salvaguarda la dignità umana e la legalità”.

Chiede la chiusura definitiva del sito, invece, il commissario provinciale di Fratelli d’Italia di Foggia, Galeazzo Bignami: “Da sempre abbiamo paventato il rischio che il Gran Ghetto di Rignano fosse una polveriera pronta a esplodere da un momento all'altro, anche per colpa delle inefficaci politiche nazionali anti-caporalato, infarcite più di demagogia che di vera concretezza, e quelle inconcludenti della Regione Puglia, solo slogan e propaganda. L'aggressione di oggi conferma i nostri timori”, spiega Bignami. La colpa del sindacalista Cisl, ipotizza Fdi è “aver attivato all'interno del ghetto misure di inclusione e quindi stabilire delle regole di convivenza civile all'interno e all'esterno. L'aggressione è un chiaro atto di ostilità, uno schiaffo alla legalità e alla dignità dell’uomo. È evidente che all'interno vige una sorta di anarchia e illegalità diffusa a danno anche di quei migranti che vengono in Italia solo per lavorare onestamente e poi si ritrovano a essere ‘schiavi’ di bande di delinquenti che sono i veri padroni del ghetto, che per questo va subito smantellato”, conclude.

Ferma condanna per l'aggressione subìta dal segretario Cisl Foggia anche da parte dell’onorevole Marcello Gemmato, coordinatore regionale Fratelli d'Italia Puglia: “Portare legalità in un posto che la rifiuta palesemente? Se questa è la reazione, è sconcertante ma non deve essere demotivante: sono certo che le Istituzioni e le sigle sindacali ci riproveranno e riusciranno nell'intento.

Auspico che le autorità competenti, invece, valutino le conseguenze per gli autori dell’aggressione”.

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