"C’è stata una chiara decisione nella relazione finale di non affrontare la questione degli omosessuali. Sono situazioni che hanno bisogno di un’altra lingua, di definizioni adeguate. E la loro definizione di matrimonio non può essere accettata da noi. Capisco che debba essere ordinata sotto il profilo giuridico, ma non da noi qui al Sinodo. Non era qui il tema centrale". A dirlo, in un’intervista a Repubblica, è il cardinale Christoph Schoenborn. Che aggiunge: "Nel documento non si troverà nessun riferimento diretto ai divorziati risposati, ma la questione viene affrontata in modo laterale. Questo è voluto. Perché si forniscono i criteri fondamentali del discernimento, a seconda della situazione che ci si trova davanti.
E ognuna è diversa una dall’altra, c’è un gigantesco ambito di situazioni diverse, che Giovanni Paolo II ha affrontato trenta anni fa nella Familiaris Consortium. Bisogna vedere esattamente queste situazioni, capirle, non andare per ricette, ma seguire dei criteri. Questo abbiamo cercato di raggiungere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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