Cronache

Sinodo, relazione conclusiva. Divisione su gay e divorziati: non raggiunta la maggioranza

I paragrafi su divorziati risposati e gay non raggiungono la maggioranza dei due terzi. "Gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza"

Sinodo, relazione conclusiva. Divisione su gay e divorziati: non raggiunta la maggioranza

Si avvia alla conclusione il Sinodo straordinario sulla Famiglia che in questi giorni ha diviso le gerarchie ecclesiastiche. I padri sinodali firmeranno entro poche ore il documento che vuole rappresentare le linee guida della Chiesa durante il Sinodo che si svolgerà nel 2015. Un vademecum che gli alti prelati metteranno a disposizione di Papa Francesco. Nell'attesa della firma di questa sera è stato divulgato il messaggio sinodale passato nel consesso con 158 a favore su 174 votanti.

Il tema più caldo è stato prevedibilmente l'apertura alle famiglie omosessuali e alle coppie divorziate. Dopo giorni di scontri il tema viene ancora affrontato in maniera vaga e permane la divisione. Infatti, la "relatio synodi" è stata approvata nel corso della votazione che si è svolta questo pomeriggio e si è conclusa attorno alle 18.30. I padri sinodali hanno votato paragrafo per paragrafo, approvandoli tutti ad ampia maggioranza, ma - a quanto si apprende - tre paragrafi, relativi tra l’altro al nodo dei divorziati risposati e all’omosessualità, non hanno raggiunto la maggioranza di due terzi. Nello specifico, su 62 punti 59 sono stati approvati con la maggioranza dei due terzi, e tre non l’hanno raggiunta: si tratta dei paragrafi relativi alla ammissione alla comunione dei divorziati risposati, dell’accoglienza pastorale degli omosessuali e della comunione spirituale (che in realtà era concettualmente alternativo alla comunione per i divorziati risposati). I tre paragrafi hanno comunque avuto la maggioranza semplice di voti.

"Gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza", si legge nella Relatio Synodi, il documento finale approvato dal Sinodo dei Vescovi, che nella sua stesura risulta emendato in molti punti rispetto al documento di metà lavori. E ancora: "Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia", afferma il punto 55 della Relatio Synodi.

"Cristo ha voluto che la sua Chiesa fosse una casa con la porta sempre aperta nell'accoglienza, senza escludere nessuno. Siamo perciò grati ai pastori, fedeli e comunità pronti ad accompagnare e a farsi carico delle lacerazioni interiori e sociali delle coppie e delle famiglie" ha letto il cardinale Gianfranco Ravasi.

L'attenzione si è soffermata maggiormente sul tema della famiglia tradizionale. A questo riguardo il documento recita: "Facciamo appello ai governi e alle organizzazioni internazionali di promuovere i diritti della famiglia per il bene comune". Vanno pensate maggiori tutele per le famiglie di tutto il mondo. Tutelare le famglie si traduce in una maggiore tutela della stessa società. "Pensiamo alla folla delle famiglie povere, a quelle che s'aggrappano a una barca per raggiungere una meta di sopravvivenza, alle famiglie profughe che senza speranza migrano nei deserti, a quelle perseguitate semplicemente per la loro fede e per i loro valori spirituali e umani, a quelle colpite dalla brutalità delle guerre e delle oppressioni. Pensiamo anche alle donne che subiscono violenza e vengono sottoposte allo sfruttamento, alla tratta delle persone, ai bambini e ragazzi vittime di abusi persino da parte di coloro che dovevano custodirli e farli crescere nella fiducia e ai membri di tante famiglie umiliate e in difficoltà".

Difficoltà come "la grande sfida della fedeltà nell'amore coniugale. Indebolimento della fede e dei valori, individualismo, impoverimento delle relazioni, stress di una frenesia che ignora la riflessione segnano anche la vita familiare. Si assiste, così, a non poche crisi matrimoniali, affrontate spesso in modo sbrigativo e senza il coraggio della pazienza, della verifica, del perdono reciproco, della riconciliazione e anche del sacrificio. I fallimenti danno, così, origine a nuove relazioni, nuove coppie, nuove unioni e nuovi matrimoni, creando situazioni famigliari complesse e e problematiche per la scelta cristiana". Il Sinodo ha anche rivolto un pensiero "ai bambini e ragazzi vittime di abusi persino da parte di coloro che dovevano custodirli e farli crescere nella fiducia"

538em;">affermando di fatto la s ua condanna verso questo grave fenomeno che si impegna a combattere con maggiore accanimento.

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