"C'è un'alternativa...". Così ​Ricolfi frena il lockdown

Il sociologo Luca Ricolfi commenta gli effetti devastanti del lockdown: "Sono il fallimento della classe politica nella gestione della pandemia"

"C'è un'alternativa...". Così ​Ricolfi frena il lockdown

Aperture. Chiusure. Serrate. Anzi, serratissime. Esiste un'alternativa al lockdown? "Sì. Azzeramento del virus col tracciamento". Non ha dubbi il sociologo Luca Ricolfi, presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume, che nel corso di un'intervista al quotidiano La Verità anzalizza l'impatto socio-economico delle misure anti contagio messe in campo dal governo precedente. Durissimo su Conte: "Solo disastri", dice.

"Le chiusure sono il fallimento della politica sanitaria"

Lockdown sì, lockdown no. Verrebbe da dire parafrasando un celebre citazione shakesperiana. Da quando è esplosa la pandemia - più di un anno fa, ormai - non si fa altro che parlare di "serrate". Chiusure e restrizioni si sono susseguite ciclicamente, dal febbraio 2020 ad oggi, nel tentativo estremo di ridurre i contagi e riportare i casi di infenzione a livelli "accettabili". Ma la strategia dello stop and go, a detta del sociologo Luca Ricolfi, non ha pagato. "Sono contrario alle chiusure, che considero un certificato di fallimento della politica sanitaria", afferma l'esperto senza troppi giri di parole. "Può sembrare una strategia di controllo dell'epidemia, ma in realtà è una strategia di consolidamento del consenso e del potere. - continua - Prima si rassicura, perché non ci si vuole assumere la responsabilità decisioni impopolari, poi quando ci si rende conto che quelle decisioni sono diventate inevitabili, si terrorizza la gente per giustificarle". Il riferimento alla gestione "disastrosa" del governo Conte è inevitabile: "L'idea di chiudere fa capolino quando, non avendo fatto quasi nulla per contenere l'epidemia, il governo non vede altra possibilità per frenare la corsa del virus, e però le cose sono andate così avanti che il lockdown è diventato onerosissimo. Io sostengo che si dovrebbero anticipare le misure restrittive, perché prima intervieni meno danni fai all'economia e alla salute".

I contagi: colpa degli italiani "imprudenti"?

La "politica dello scarica barile" ha più volte puntato il dito contro i cittadini, tacciati di comportamenti imprudenti che avrebbero inciso fortemente sull'impennata dei casi infettivi. Quanto c'è di vero? Il professor Ricolfi non ha dubbi: "Ho più volte denunciato (e previsto fin da aprile) il tentativo di Conte, purtroppo abbastanza riuscito, di scaricare tutte le colpe sugli italiani. Non occorre essere marxisti per capire che le differenze fra prudenti e Imprudenti non sono culturali, politiche o ideologiche, ma affondano le radici in interessi materiali precisi - spiega - Prudenti sono i garantiti e i vecchi, imprudenti sono i non garantiti e i giovani. E questo per ragioni oggettive: un vecchio rischia la vita 100 volte più di un giovane, e il danno economico di un non garantito (lavoratore autonomo, professionista, dipendente di piccola impresa, occupato precario) è incomparabilmente superiore a quello di un garantito (pensionato, dipendente pubblico, occupato in una grande impresa". Siamo diventati egoisti e indisciplinati? "Ma ciò non sarebbe stato gravissimo, se avessimo avuto un governo all'altezza, capace di adottare politiche adeguate (dal trasposto pubblico al controllo delle frontiere, dai tamponi di massa al tracciamento e alla sorveglianza attiva). - chiarisce l'esperto -Lo è diventato nel momento in cui il governo ci ha lasciati a combattere il virus, ossia con la sola forza del rispetto delle regole di distanziamento".

Esiste un'alternativa al lockdown?

Dato per certo il fallimento dell'ex classe politica nella gestione dell'epidemia, il dilemma rimane: esiste un'alternativa al lockdown? Se sì, quale? "È quella asiatica: azzeramento del virus grazie al tracciamento", rivela Ricolfi. Ma per poterla attuare bisognerebbe allentare le restrizioni sulla privacy col rischio di un esercizio pervasivo del potere da parte del governo. "È meglio essere tracciati da Google a scopi di lucro, o dallo Stato, con lo scopo di difendere la nostra incolumità? - riflette il sociologo -E, seconda domanda: è meglio non essere tracciati e vivere agli arresti domiciliari per quasi un anno, o essere tracciati e vivere quasi normalmente, come in Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Giappone? Bisognerebbe puntare a non avere gli ospedali pieni di pazienti Covid, con conseguente abbandono di tanti altri tipi di pazienti. Ma il punto è che, finora, chi si è mosso con la filosofia della convivenza con il virus (quasi tutti i Paesi europei) non è riuscito a mantenere il numero di ricoveri ospedalieri per Covid a un livello accettabile".

La "convivenza col virus" e la "strategia Draghi"

Durante la gestione Conte dell'emergenza sanitaria si è parlato di "un lungo periodo di convivenza col virus". A fronte del recente approvvigionamento di viccini, quanto può ancora rendere questa strategia? "In realtà, se avessimo fatto tutte le cose che dovevamo fare (fra le quali io includo anche controllo delle frontiere e tamponi di massa) la circolazione del virus sarebbe di entità molto modesta (anche se maggiore di zero) e non avremmo alcun bisogno di aumentare i posti letto", afferma il sociologo. Poi continua: "Però, io non parlerei mai di convivenza con il virus, un concetto che implicitamente accetta un tributo di malati e di morti eccessivo. L'alternativa al disastro Conte non può essere moltiplicare le terapie intensive per accogliere tutti, ma è avere un sistema di sorveglianza attiva che fa scattare misure di contenimento (dure e brevissime) appena si superano soglie di casi e di morti piuttosto basse. La via di mezzo percorsa fin qui, basata sui colori, è disastrosa perché non protegge né la salute né l'economia".

L'avvicendamento di Mario Draghi alla presidenza del Consiglio dei ministri potrebbe segnare la svolta rimediando "agli stafalcioni" del governo giallorosso. Il professor Luca Ricolfi è fiducioso: "Il metodo Draghi non potrà che essere più accettabile di quello di Conte.

- conclude l'esperto -Ma io vedo molta continuità: finora, nulla fa pensare che le 10-12 cose che Conte non ha fatto Draghi le farà. Secondo me il nuovo governo punta tutte le sue carte sui vaccini, dimenticando quasi interamente il resto".

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