A sorpresa la nuova Fiat è più francese del previsto

A sorpresa la nuova Fiat è più francese del previsto

Il domani di Fca sarà più «francese»? Così parrebbe, anche se la nuova società con Renault sarà partecipata al 50% da entrambi i partner, con un particolare di non poco conto, però: l'Eliseo sarà sempre l'azionista forte della quota transalpina, seppur con il 7,5% al posto dell'attuale 15%. E per questo motivo cercherà di condizionare il più possibile le scelte della nuova azienda, guardando ai benefici del Paese d'Oltralpe in termini di occupazione e ricadute economiche. D'obbligo, in proposito, ricordare una storica frase di Enrico Cuccia, l'ex re dei salotti finanziari: «Le azioni non si contano, ma si pesano...».

Da parte italiana, invece, non si è ancora capito se lo Stato sarà parte attiva di questo matrimonio. A esprimersi in tale direzione, per ora, è stato solo il vicepremier Matteo Salvini, tra l'altro a capo di un ministero, quello dell'Interno, non proprio competente sulla questione. Luigi Di Maio, l'altro vicepremier e ministro dello Sviluppo economico nonché del Lavoro, più addentro al problema, ha fatto capolino con una dichiarazione solo a giochi ormai quasi fatti. Il marasma in cui si trova il governo è evidente anche da questi atteggiamenti. Al contrario, non passa ora che il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, cerchi di giocare una nuova carta a favore dell'azienda automobilistica amica.

Il fatto, poi, che con John Elkann, numero uno del Lingotto e di Exor, presidente di Fca-Renault, la carica di amministratore delegato andrebbe a Jean-Dominique Senard, attuale presidente di Renault e dell'Alleanza con Nissan e Mitsubishi, significa che il centro decisionale operativo sarà nelle sue mani. Che sarà lui, a questo punto, ad accollarsi le responsabilità delle scelte strategiche che caratterizzeranno il gruppo negli anni a venire.

A tutto questo si aggiunge l'incognita del possibile allargamento della nuova società ai giapponesi di Nissan e della controllata Mitsubishi.

Anche loro, se dovessero entrare a far parte della nuova famiglia, vorranno sicuramente un ruolo di peso ai piani alti del colosso. Del resto, in tutti questi anni, hanno dovuto perlopiù subire le decisioni prese a Parigi. Tutte supposizioni, in attesa di notizie ufficiali. E che Palazzo Chigi batta un colpo.

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