Cronache

L'ultima della sinistra spagnola: in carcere chi convince una donna a non abortire

In Spagna, per effetto della riforma, chi cercherà di convincere una donna a non abortire rischierà da tre mesi a un anno di reclusione

L'ultima della sinistra spagnola: in carcere chi convince una donna a non abortire

Il parlamento spagnolo ha appena approvato una legge che criminalizza chiunque ostacoli una donna riguardo alla scelta di abortire. Il Senato del Regno iberico ha infatti dato il via libera alla riforma del Codice penale nazionale, che introduce il carcere per chiunque faccia pressioni e tenti di impedire il libero esercizio del diritto all'interruzione di gravidanza. L'aborto è stato legalizzato in Spagna nel 1985, ma, da allora, è stato per anni consentito soltanto in conseguenza di stupro, malformazione fetale e grave rischio per la partoriente. Soltanto nel 2010 è arrivata la piena depenalizzazione di tale pratica, permessa attualmente fino alla quattordicesima settimana di gestazione.

La riforma in questione è stata promossa dal governo del premier Pedro Sanchez, esponente del Partito socialista spagnolo. La normativa, prossima a entrare in vigore con la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, stabilisce che "chiunque, al fine di ostacolare l’esercizio del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, metterà in atto contro una donna atti molesti, offensivi, intimidatori o coercitivi che ledano la sua libertà verrà punito con il carcere". Chi commetterà questo nuovo reato andarà incontro a una pena che può variare da tre mesi a un anno di reclusione. Una sanzione alternativa sono i lavori di pubblica utilità. Queste pene saranno inflitte non soltanto a coloro che proveranno a intimidire le donne decise ad abortire, ma anche a chiunque cercherà di esercitare le medesime pressioni sui medici e sugli operatori sanitari intenti a praticare interruzioni di gravidanza.

La riforma è stata voluta dalla sinistra iberica su impulso delle testimonianze di tante donne che, in tutto il Paese, si trovano costrette a fronteggiare numerosi collettivi anti-aborto. Gli esponenti di questi ultimi cercano di convincere le donne a non interrompere le loro gravidanze e, per raggiungere questo scopo, recitano slogan, pregano e fanno vedere alle donne piccoli feti di plastica.

Gli stessi rappresentanti di queste associazioni, nonché i membri di tante organizzazioni religiose, hanno immediatamente protestato contro l'approvazione della nuova legge, bollandola come una mossa del governo di sinistra per reprimere ogni tentativo di preservare in Spagna i valori della sacralità della vita e della natalità.

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