Cronache

Prima vittima in Spagna della febbre del Nilo occidentale

La febbre nilotica è un'infezione virale trasmessa principalmente da zanzare infette e può rivelarsi letale per soggetti anziani o immunodepressi

Prima vittima in Spagna della febbre del Nilo occidentale

Oltre al Covid, un'altra malattia è balzata di recente agli onori della cronaca spagnola, per via dei decessi collegati ai relativi contagi: la malattia del Nilo occidentale; una donna iberica è infatti deceduta ultimamente proprio a causa di tale nuova infezione e questa tragedia è la prima a essere causata nel 2021 da questa patologia. La malattia del Nilo occidentale è un'infezione provocata da un virus (arbovirus) presente negli uccelli, che può essere trasmessa all'uomo mediante la puntura di zanzare infette. Al momento non esiste una terapia ad hoc contro tale malattia, che può colpire anche volatili e cavalli, e quest'ultima può essere fatale per soggetti anziani o immunodepressi. I sintomi dell'infezione sono febbre, mal di testa, dolori muscolari, difficoltà respiratorie, tremori, meningite ed encefalite. Circa l'80% delle persone infette, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, è generalmente asintomatica, mentre il restante 20% manifesta un peggioramento delle proprie condizioni di salute.

La prima vittima causata quest'anno dall'infezione nilotica era una signora di 73 anni che viveva nella provincia di Siviglia. La donna, riferiscono le autorità andaluse, avrebbe sofferto di diverse malattie croniche. Nel dettaglio, la vittima dell'arbovirus era ricoverata da diversi giorni nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Virgen del Rocío di Siviglia ed è morta ieri intorno alle 21:00 locali, dopo un pegggioramento del proprio quadro clinico per via dell'encefalite virale.

Finora, assicurano le autorità locali, sarebbero stati accertati in Spagna non più di tre soggetti positivi alla febbre nilotica, tutti in Andalusia; le stesse istituzioni hanno comunque garantito di stare rigorosamente monitorando la situazione sanitaria e di avere attivato gli appositi protocolli di sicurezza, per non farsi trovare impreparate come lo scorso anno. Nel 2020, infatti, i focolai incontrollati di West Nile avevano causato il rapido contagio di 35 persone e 32 di queste erano state ricoverate d'urgenza negli ospedali andalusi; sei di loro sarebbero state in seguito trasferite in terapia intensiva, a causa delle encefaliti conseguenti all'infezione virale.

I focolai incriminati si sarebbero allora sviluppati principalmente, aveva segnalato la stampa spagnola, in cittadine situate a poca distanza dalle paludi presenti lungo il corso del fiume Guadalquivir, ossia in zone dell'Andalusia caratterizzate dalla presenza di significative popolazioni di zanzare, che sono i principali vettori dell'arbovirus.

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