L'accusa è sempre la stessa: eccesso colposo nell'uso dell'arma da fuoco. "Un atto dovuto", è il solito mantra. Ma ora il poliziotto "eroe" che due giorni fa ha sventato una rapina a Guidonia, uccidendo uno dei due rapinatori, dovrà affrontare lo stress e le spese delle indagini, interrogatori e via dicendo.
Breve riassunto di quanto successo. A Colle Fiorito (Guidonia) la mattina del 12 giugno due coetanei italiani a bordo di un furgoncino bianco stavano assaltando e speronando un automobilista per mettere a segno una rapina per portare a un commerciante i 9mila euro che stava andando a depositare in un istituto di credito di Colle Fiorito. Un poliziotto fuori servizio, che passava di lì con lo scooter, si è fatto coraggio e ha intimato ai banditi di fermarsi. I malviventi avevano il viso travistato da un passamontagna e portavano in mano delle armi. I due hanno tentato la fuga. L'agente così ha sparato, colpendo a morte Emnauele Taormina e ferendo gravemente Simone Brunetti.
La procura di Tivoli ha iscritto l'agente nel registro degli indagati per capire per quale motivo ha esploso i colpi di
pistola. Il dubbio degli investigatori è che le "pistole" in possesso dei malviventi fossero solo dei giocattoli. Il poliziotto però si difende: "Erano armati e violenti, ho visto la morte in faccia", ha detto al Messaggero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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