"Ho sentito dei rumori sospetti, erano ladri. Ho cercato di far scattare l’allarme, ma invano. Allora ho aperto la finestra e ho sparato. In aria, verso i campi. Sono riuscito a metterli in fuga".
Quindi una telefonata ai carabinieri, l'ansia, i militari che finalmente arrivano. Poi la sorpresa: un'indagine aperta, il sequestro dell'arma e il rischio di un processo.
Questa storia dai contorni surreali non appartiene alla fantascienza ma alla cronaca. È stata raccontata dall'edizione odierna del "Cittadino di Monza e Brianza", che riporta la vicenda di un cittadino di Lazzate, nell'omonima provincia. Massimo Baraldo, capofamiglia, lunedì notte stava riposando in casa propria davanti alla televisione quando ha sentito dei rumori sospetti.
L'allarme dell'abitazione non ha funzionato, così ha impugnato l'arma. Ha fatto fuoco in aria, a scopo intimidatorio. Quindi ha chiamato lui stesso le forze dell'ordine, senza cercare di nascondersi. Anzi, l'intento è opposto, è quello di procedere nella massima chiarezza. Mai Baraldo avrebbe immaginato di trovarsi nella posizione di dover giustificare il proprio atto.
I carabinieri infatti hanno sottoposto l'uomo a indagini per "esplosioni pericolose" - anche se, è doveroso precisarlo, si tratta di un atto dovuto. Il diretto interessato, basito, commenta: "Mi hanno sequestrato l'arma e non posso difendermi. Ho paura per me e per la mia famiglia, anche perché in passato abbiamo già subìto tentativi di furto.
" A maggio, infatti, Baraldo e la compagna erano già stati "visitati" a maggio da ladri che non erano scappati nemmeno una volta vistisi scoperti."Mi ero procurato regolarmente un'arma proprio per sentirmi più sicura - si lamenta - E se ora dovessero tornare?"
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