"Spari sui migranti": cos'è successo davvero tra Ong e guardacoste

L'Ong Sea Watch ha denunciato con un video l'azione di una motovedetta della Guardia Costiera libica che avrebbe sparato colpi di avvertimento nei confronti di un barcone carico di migranti. L'azione sarebbe avvenuta in acque Sar maltesi

"Spari sui migranti": cos'è successo davvero tra Ong e guardacoste

C'è un nuovo caso destinato a scuotere le polemiche sull'immigrazione. Un barcone con a bordo una quarantina di migranti è stato infatti ieri oggetto di un tentativo di intervento da parte della Guardia Costiera libica. Un'azione che sarebbe culminata con degli spari di avvertimento.

A denunciare il tutto è stata l'Ong tedesca Sea Watch. In un video dalla durata di cinque minuti, si vede la motovedetta dei libici avvicinarsi al barcone. Le immagini sono state riprese da Seabird, il mezzo aereo dell'Ong tedesca usato per pattugliare il Mediterraneo centrale: “Ieri Seabird – si legge in un tweet di Sea Watch – ha assistito a un brutale attacco da parte della cosiddetta Guardia costiera libica nel profondo della zona SAR maltese. Il nostro video mostra che i colpi sono stati sparati in direzione della barca, la cosiddetta Guardia costiera libica ha cercato più volte di speronare la barca e ha lanciato oggetti contro le persone”.

L'azione è avvenuta in acque Sar maltesi, anche se non distanti dalle coste della Tripolitania. Ad effettuarla sarebbe stata la motovedetta Ras Jadir, una delle quattro donate dall'Italia alle autorità di Tripoli. L'obiettivo dei libici era far tornare indietro l'imbarcazione con i migranti a bordo. Dopo le fasi di tensione successive agli spari di avvertimento, il barcone è riuscito però a fuggire e, stando a quanto riferito dall'agenzia Agi, successivamente avrebbe raggiunto le acque di Lampedusa.

Per Sea Watch, che sui propri canali social ha pubblicato anche uno stralcio del video girato da Seabird, si tratterebbe dell'ennesima dimostrazione della poca affidabilità della Guardia Costiera libica: “I partner dell'Europa – è l'attacco denunciato su Twitter – stanno accettando la morte di persone in movimento. Sono state segnalate numerose sparatorie durante violenti respingimenti e intercettazioni”.

Quanto accaduto ieri è stato ripreso anche dal network telefonico Alarm Phone. Secondo le Ong le azioni della Guardia Costiera libica sarebbero contrarie al rispetto dei diritti umani e da anni premono per la fine della collaborazione tra Roma e Tripoli sul versante migratorio. Una posizione non in linea con quella degli ultimi governi, a partire anche dall'attuale esecutivo guidato da Mario Draghi. Anzi quest'ultimo a Tripoli il 6 aprile scorso ha elogiato il ruolo della Guardia Costiera libica.

Dalle autorità del Paese nordafricano non sono arrivati commenti riguardo l'ultima azione denunciata. È probabile che la motovedetta Ras Jadir sia intervenuta in acque di competenza maltese per via di un mancato intervento da parte di La Valletta. Del resto Malta, che ha un'area Sar molto più vasta del suo territorio nazionale, negli ultimi mesi quasi mai è entrata in azione delegando a italiani e libici l'onere degli interventi. A dimostrare è anche un episodio di appena 24 ore prima dell'incidente di ieri: il 29 giugno infatti un'altra imbarcazione è stata respinta dai libici e, secondo l'Ong Sea Watch, le motovedette di Tripoli sono entrate in azione grazie alle segnalazioni proprio di La Valletta.

L'Oim, l'organizzazione internazionale per i migranti, ha riferito che dal primo gennaio ad oggi la

Guardia Costiera libica ha rimandato indietro almeno diecimila migranti partiti dai porti della Tripolitania di Sabratah, Zawiya, Khoms e Garabulli, le località cioè dove il macabro traffico di esseri umani appare più fiorente.

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