Sciacalli. In tutti i settori. In ogni occasione. Nel panificio di Finale Emilia, un chilo di pane costa nove euro. Nel mercatino del «bisogno alimentare» di Mirandola per un chilo di fragole si devono scucire otto euro. Nei depositi del Grana danneggiato, le offerte di acquisto non superano i 4 euro al chilo. Sciacalli pure nelle stalle. Ai contadini vogliono pagare ancora meno il latte perché - dicono - dopo il terremoto è tutto più difficoltoso. E strappano i contratti di vendita del latte già stipulati. Così, anziché aiutare le aziende in difficoltà, le affossano. «Non è pensabile -afferma la Cia (confederazione italiana agricoltori)che si possano scaricare sugli allevatori costi che definire impropri è poco».
Coldiretti annuncia un esposto alle Procure emiliane sulle attività speculative nelle zone terremotate. Ma basta parlare con gli sfollati per capire che si respira un’atmosfera poco solidale nella rossa Emilia. I prezzi sono alle stelle, e la gente va in Lombardia per rifornirsi di alloggi provvisori. Angelo è appena uscito dall’esposizione «Spirandelli» di Usmate con delle tende acquistate sottocosto e diversi accessori regalati. «Certi commercianti dalle nostre parti hanno un coraggio!- sbotta- dovrebbero vergognarsi, non guardano in faccia nessuno. Zero sconti e a volte maggiorazioni ». Ne sanno qualcosa anche quelli che si sono presentati alla «Camping Sport» di Magenta. In Emilia hanno trovato prezzi da salasso e tirano un sospiro di sollievo quando noleggiano un camper a 100 euro al giorno. «Ci hanno chiesto anche tre volte tanto » dice Marino sdegnato. Ma in questi giorni in Emilia scarseggia tutto, anche la solidarietà. «Arriva gente dalle zone sismiche e noi cerchiamo di aiutarli - spiega Marica- trasferiamo a nostre spese i camper laggiù e facciamo prezzi super scontati anche se siamo in alta stagione. La priorità la diamo a chi è in grave difficoltà. Infatti, ad un Sindacato ho negato il noleggio: prima i terremotati».
Anche all’esposizione di San Fruttuoso a Monza hanno fissato una cifra bassa dedicata agli sfollati. «È gente spaventata- spiega Franca- che non riesce più ad entrare nelle case, vive nel terrore di nuove scosse». Come Stefano che si è comprato un camper usato e racconta: «Ho qualche soldino, lo spendo così, non voglio mica morire con una tegola in testa». Alla Cna (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa) di Mantova sono imbarazzati per quanto accade in Emilia. «Siamo a conoscenza di venditori che speculano sui prezzi - dicono alla sede ma per ogni avvoltoio che tenta di arricchirsi sulle spalle dei terremotati altri venti aiutano come possono ».
La gente però si sente sola. E si organizza come può. Sono le donne ad essere più provate. A Marisa, mentre noleggia il camper, scendono le lacrime. E suo figlio Luca, 6 anni, la rimprovera: «Ecco adesso piange ancora». Luca ha il piglio del padre che pensa al futuro, a dove piazzare il mezzo quando torna giù a Mirandola. «La nostra casa è intatta ma inagibile per l'impianto idraulico- racconta Pietro - Abbiamo tutto dentro e non c’è nessuno che ce la controlla. Dobbiamo fare la guardia». Purtroppo non è il solo a lamentarsi per la mancanza di controlli. I carabinieri fanno quello che possono per allontanare altri sciacalli.
«Ci vorrebbero i militari» aggiunge Gaia di Cavezzo anche lei in trasferta in cerca di alloggi provvisori. «Nel nostro paese manca tutto- racconta la ragazza- dobbiamo spostarci per chilometri anche per il latte o il pane e nel frattempo ci rubano pure le biciclette».
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