Cronache

Spoleto, agguato in casa con pistole. La vittima: "Erano stranieri"

Momenti di terrore per Luigino Santirosi, imprenditore spoletino atteso nella propria abitazione da 5 rapinatori dell’est Europa. Dopo avergli puntato una pistola alla tempia, i criminali si sono fatti aprire la cassaforte per poi fuggire con un bottino di 250mila euro

Spoleto, agguato in casa con pistole. La vittima: "Erano stranieri"

Terribile esperienza per un imprenditore di Santo Chiodo (Spoleto), che lo scorso sabato sera è stato vittima insieme alla moglie di una rapina a mano armata.

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, Luigino Santirosi, ex Presidente della Voluntas Spoleto, e la consorte, avevano appena fatto ritorno a casa, quando sono stati raggiunti da almeno 5 malviventi a volto coperto.

Dopo essere entrati nella villa da un cancello secondario, i criminali avrebbero atteso i proprietari, tendendo loro un vero e proprio agguato. I coniugi sono rincasati intorno alle 21 ed a questo punto è scattata la trappola. Santirosi, uscito dalla propria auto per entare in garage, è stato circondato dai rapinatori e minacciato con delle pistole. Non ha potuto fare altro che obbedire alle richieste dei 5 individui e condurli alla cassaforte. “Rispondi e di a tua figlia che va tutto bene”, gli avrebbe intimato uno dei criminali puntandogli l’arma alla tempia, quando il suo telefono ha cominciato a squillare. La figlia non ha tuttavia creduto alle rassicurazioni del padre e, come riportato da “Umbria24”, si è affrettata a dare l’allarme. Nonostante ciò gli uomini in passamontagna sono riusciti ad impossessati di diversi gioielli di famiglia e di parecchio denaro in contanti, prima di scappare. Si parla di un bottino del valore di circa 250mila euro.

Sul posto sono poi sopraggiunti i poliziotti del commissariato di Spoleto, che hanno ascoltato la testimonianza delle due vittime e dato avvio alle indagini.

Cercando di tracciare una sommaria descrizione dei suoi assalitori, l’imprenditore spoletino non ha avuto dubbi nell’affermare che si trattasse di cittadini stranieri. Malgrado parlassero in italiano, l’accento dell’Est Europa era inconfondibile.

Gli inquirenti sono adesso al lavoro per identificare e rintracciare i responsabili, fuggiti probabilmente grazie ad un complice che li aspettava in automobile.

Al vaglio anche le immagini ricavate dalle telecamere di sorveglianza presenti in zona.

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