Lasciare le luci accese in ufficio quando tutti sono andati via non è una buona cosa. Eppure, nonostante si facciano tanti discorsi sui tagli alla spesa e sulla necessità di risparmiare, ancora si verificano cose del genere. A Roma, nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Sapienza, non si bada troppo agli sprechi: nelle aule, nei corridoi e nei bagni le luci restano accese per tutta la notte. Ma perché succede una cosa del genere? Dicono che il motivo sia questo: dopo che è stato rescisso il contratto con la società che si occupa della sorveglianza, nessuno pensa più a spegnere gli interruttori e le luci, così, restano accese.
Un gesto semplice e di buon senso, che costerebbe davvero poco in termini di tempo (e di sforzo), non viene fatto. E finisce con l'incidere sulle tasche dei contribuenti. E così tutto resta illuminato a giorno anche di notte. La conferma arriva anche dal preside della Facoltà, Roberto Nicolai: "E' stato rescisso il contratto con la precedente società di sorveglianza - spiega - che provvedeva tra le altre cose anche alla chiusura e allo spegnimento delle luci. Il grado di autonomia dei dipartimenti è aumentato con la riforma Gelmini, dunque, mentre la facoltà ha già attivato un nuovo contratto, che riguarda però solamente il piano terra, alcuni dipartimenti non hanno ancora provveduto a organizzarsi con delle nuove società".
Il (triste) risultato è questo: per cinque piani di facoltà, un solo sorvegliante in servizio al piano terra, dove infatti le luci vengono regolarmente spente. Una vicenda di ordinaria burocrazia e sprechi assurdi. " 538em;">So perfettamente - conclude il preside - che è uno spreco, infatti è un problema che stiamo affrontando e ho sollecitato i dipartimenti a trovare una soluzione in breve tempo". Intanto il contatore continua a girare anche di notte.
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