Cronache

Come stanno davvero le cose: "Terapie intensive usate al 18%"

Il ministro agli Affari regionali, Francesco Bozza, tranquillizza i cittadini sulle terapie intensive. E i numeri forniti dal commissario straordinario Domenico Arcuri sembrano dargli ragione: "I pazienti in terapia intensiva sono il 18% dei posti letto disponibili"

Come stanno davvero le cose: "Terapie intensive usate al 18%"

"Dobbiamo dare un messaggio chiaro al Paese e tranquillizzare i cittadini". A dirlo è il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, nel corso della riunione operativa con i presidenti delle Regioni, ritrovatisi in videoconferenza per discutere di test, terapie intensive e risorse ospedaliere.

Le terapie intensive

Sulle terapie intensive, la situazione sembra sotto controllo: "Sono immediatamente attivabili in tempo reale oltre 10.300 posti di terapia intensiva, tra quelli già attivi nelle singole Regioni e quelli attivabili grazie ai materiali inviati dal commissario", precisa Boccia. E, stando a quanto appreso dalle principali agenzie, la situazione sarebbe stata confermata dai dati forniti dal commissario straordinario all'emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, che nel corso della riunione ha precisato: "Dai dati in nostro possesso la percentuale dei pazienti in terapia intensiva rispetto ai posti letto attivati è pari al 22% che scende al 18% attivando tutte le postazioni attivabili". Inoltre, per poter distribuire i pazienti tra i vari ospedali, così da evitare il sovraccarico di una struttura, sono state inviate delle mail "alle Regioni, con la richiesta dei fabbisogni per le terapie intensive". Appena avremo raccolto i loro riscontri- precisa Arcuri- procederemo con una nuova distribuzione di materiali". Al momento, la situazione sembra sotto controllo, dato che "sono attivabili ancora 1.445 posti di terapia intensiva e le Regioni si stanno già attrezzando per attivarli; sono già nelle disponibilità altri 1.849 ventilatori pronti per la distribuzione".

I tamponi

Sui tamponi, inoltre, il commissario all'emergenza rivela che "ieri abbiamo raggiunto un picco di 199mila tamponi processati, 15 milioni in totale dall'inizio dell'emergenza". Oggi, in Italia, si potrebbero fare "oltre 500mila test al giorno, di cui 300mila molecolari al giorno". E precisa: "sui test molecolari è già pronta una nuova richiesta d'acquisto, ma serve identificare il quantitativo per evitare di comprare una dotazione che poi nei fatti non viene utilizzata; per questo chiediamo un riscontro alle regioni". In arrivo anche "altri 10 milioni di test rapidi su tampone nasofaringeo" ed è già pronto il contratto per una "fornitura di 1,2 mln di tamponi a settimana". In base anche alla possibilità di effettuare i test, bisogna decidere se procedere in questo modo o se modificare il fabbisogno: "In questo caso, comunicatecelo e adattiamo le forniture", incalza Arcuri.

Numeri che sembrano rassicurare.

Ma ora, precisa Boccia, "serve il massimo impegno per chi è in corsia e per i pazienti, tutti al lavoro e senza polemiche; le polemiche non le capirebbe nessuno e sarebbero imperdonabili".

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