Coronavirus

La denuncia della Polizia: "Lo Stato ci ha abbandonati. Costretti a comprarci le mascherine"

Ora il sindacato di Polizia scrive a Giuseppe Conte e chiede al governo di "annullare l'Iva sulle protezioni"

La denuncia della Polizia: "Lo Stato ci ha abbandonati. Costretti a comprarci le mascherine"

Ora la Polizia scrive a Conte. “Le mascherine ce le compriamo noi, ma almeno cancellate l’Iva sull’acquisto”. Da settimane ormai gli uomini in divisa lottano giorno e notte per riuscire a garantire la sicurezza degli italiani. Anche nel bel mezzo di una pandemia. Anche a costo di ammalarsi. Anche dovendosi accontentare delle briciole: i pochi pacchi di mascherine protettive arrivati alle stazioni di comando, i flaconi di gel disinfettante consegnato già scaduto. A distanza di quasi due mesi dall’annuncio dell’emergenza sanitaria le cose non sono cambiate per le Forze dell’Ordine, per gli uomini in servizio che combattono il Coronavirus in prima linea. La storia è sempre la stessa. E se qualcosa in più è arrivato è solo grazie a loro. Elogiati ai microfoni, resi eroi nelle parole solenni che ormai quasi ogni giorno il governo si appresta a recitare per aggiornare i cittadini sulle misure restrittive previste nei nuovi decreti, e poi lasciati in balia dei propri rischi. A cui sono esposti ogni giorno. Senza nessuna tutela o protezione da parte di uno Stato che chiede di essere forti ma non mette i suoi uomini nelle condizioni per farlo.

“Le mascherine ci sono state fornite con il contagocce”, ci spiega Stefano Paoloni, presidente nazionale del Sindacato Autonomo di Polizia. Il problema era già stato fatto presente con ripetute lettere ai Presidenti delle rispettive Regioni nelle settimane scorse. Nessuna risposta dai piani alti. E sopratutto, niente scorte di mascherine, guanti e gel disinfettanti in arrivo. Tanto che, il sindacato ha scelto di acquistare la merce da fornitori esterni pur di riuscire a mettere in sicurezza i propri uomini. Oltre al danno anche la beffa. Perché su ogni ordine la Polizia è costretta a pagare il 22% di Iva. Tutti soldi da versare alle casse dello Stato. Lo stesso Stato che, da fine gennaio, non è riuscito a far arrivare un numero consono di protezioni a tutti coloro che in questo momento si trovano ad affrontare l’emergenza del Covid19. Medici di base contagiati perché senza protezioni, vigili del fuoco costretti ad utilizzare il sottocasco antifiamma per proteggersi dal Coronavirus, forze di polizia ridotte alla conta giornaliera dei dispositivi di protezione in base ai quali organizzare le uscite delle pattuglie.

“A Torino, a dimostrazione della scarsità delle risorse è stata data disposizione che su una pattuglia da due la mascherina venga utilizzata solo da un poliziotto e che quelle più sicure, vale a dire le FFP3 e le FFP2 vengano utilizzate solo nel caso ci si trovi davanti a persone con evidenti sintomi. Ma per noi è molto difficile prevedere prima di un intervento a cosa sia stia andando incontro. Quasi impossibile”, ci spiega Paoloni. Una situazione che ha indotto il Sap a prendere la decisione di acquistare autonomamente le mascherine monouso, rivolgendosi a grossisti, aziende che hanno convertito la propria produzione, fornitori locali. “Pagare il 22% di Iva sugli acquisti ci costringe, date le nostre risorse minime, ad acquistarne il 20% in meno.” Per dirla in parole povere, su una spesa di 5mila euro, 1100 sono di tasse. Una spesa che la Polizia sta continuando a sostenere per evidente necessità. Sono stati fatti ordini, a Rimini, Piacenza, Reggio Calabria, Brescia, Parma, Como, in tutta la Toscana e altri sono già in programma. Tanti soldi spesi per sopperire a delle mancanze. Mancanze delle quali, forse, avrebbe dovuto occuparsi il governo. Magari, spinto dalle sacrosante parole di ringraziamento che ogni giorno rivolge alle Forze dell’Ordine.

Ed è proprio al governo, che questa volta il presidente del Sap ha voluto rivolgersi, inviando una lettera destinata al “Signor Presidente del Consiglio dei Ministri professor avvocato Giuseppe Conte”, in cui si evidenzia come, vista l’emergenza sanitaria, tutto il materiale di protezione sia diventato un bene primario, motivo per cui, gli uomini in divisa, ritengono che “azzerare l’Iva su tali prodotti sarebbe una misura concreta di sostegno nei confronti degli operatori della sanità e delle forze dell’ordine esposti al contagio.”

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