Tra un milione di percettori del reddito di cittadinanza che neppure cercano lavoro e imprese che chiudono o fuggono dall'Italia (ultimo caso l'Ilva) il bilancio del ministro Di Maio in tema di occupazione - sua delega nel precedente governo - è disastroso. Va fatta però un'eccezione per la cerchia ristretta dei suoi fedelissimi, con particolare riguardo per quelli provenienti da Pomigliano d'Arco. Per loro il problema occupazione non esiste, il lavoro glielo trova direttamente lui. E che lavoro, e che stipendio. Se prima li aveva piazzati in posti prestigiosi e ben pagati tra i due ministeri di sua competenza (Lavoro e Sviluppo economico) e Palazzo Chigi (era pure vicepremier) oppure in altri ministeri sempre in mano al M5s, con il trasloco alla Farnesina Di Maio non si è certo dimenticato della sua corte dei miracoli. Infatti se li è portati dietro, e adesso figurano nel «Personale estraneo alla Pa con contratto a tempo determinato» in qualità di collaboratori diretti del ministro Luigi Di Maio. Si tratta di otto persone equiparate a dirigenti e funzionari, fatti assumere agli Esteri a partire dal 6 settembre scorso con scadenza fissata al «termine del mandato governativo».
Dunque finché Di Maio resta ministro, restano lì pure loro. Non è solo la quantità di fedelissimi imposti da Di Maio ma anche l'entità dei loro compensi a creare fastidio alla Farnesina, dove una gola profonda ci racconta che «all'ufficio del personale sono inorriditi, dicono di non avere mai visto prima degli stipendi così alti, forse l'ultimo che aveva fatto qualcosa del genere era stato De Michelis (ministro Psi, ndr) ma erano altri tempi e comunque non queste cifre».
Vediamo allora queste cifre e i titolari dei sontuosi contratti con il ministero degli Esteri, per chiamata diretta dell'ex addetto dello stadio San Paolo di Napoli. In cima ai compensi c'è Augusto Rubei, inquadrato come «Consigliere del ministro per gli aspetti legati alla comunicazione, relazioni con i media e soggetti istituzionali», stipendio 140mila euro. Su Instagram si trovano facilmente le foto del matrimonio di Rubei, ospite Luigino e fidanzata.
«Augustarello» è il Rocco Casalino di Di Maio, suo stratega della comunicazione. Prima di arrivare alla Farnesina era alla Difesa, mandato da Di Maio per assistere l'inesperta ministra grillina Trenta, prima ancora si era fatto strada nel Movimento Cinque Stelle curando la comunicazione del gruppo alla Camera e poi la campagna elettorale della Raggi a Roma. Tanta strada da creare invidia nel vero Casalino, quello che lavora con Conte, che ne avrebbe stoppato la nomina a portavoce della sindaca di Roma. Poi però Rubei è entrato nelle grazie di Di Maio seguendo la sua comunicazione durante le elezioni 2018, da lì il salto di qualità nei ministeri e nella retribuzione grazie a Luigino.
Invece erano assistenti a Palazzo Chigi, e ora lo sono alla Farnesina, altri quattro del cerchietto magico di Di Maio. Parliamo di Pietro Dettori, Sara Mangieri, Daniele Caporale e Alessio Festa.
Dettori, legato alla Casaleggio Associati, è stato assunto al ministero degli Esteri in qualità di «Consigliere del ministro per la cura delle relazioni con le forze politiche inerenti le attività istituzionali». Per il suo fondamentale apporto alla politica estera italiana Dettori, che è anche ai vertici dell'Associazione Rousseau, si porta a casa 120mila euro l'anno. Poi c'è Sara Mangieri, già addetta stampa di Di Maio a Palazzo Chigi (e prima ancora di Antonio Di Pietro). Ora agli Esteri è «Consigliere per i rapporti con la stampa» per 90mila euro l'anno.
Ha traslocato da Chigi alla Farnesina anche Daniele Caporale, già addetto social del vicepremier Luigino, ora «Consigliere del ministro per le comunicazioni digitali». Per lui ci sono 80mila euro l'anno.
Quindi c'è Alessio Festa, ex braccio destro di Di Maio vicepresidente della Camera poi distaccato con lui a Palazzo Chigi, ora per 11.580 euro svolge funzioni di «Consigliere per le relazioni istituzionali» per il ministro degli Esteri.
Poi ci sono quelli che lavoravano con Di Maio allo Sviluppo Economico. Tipo la sua ex portavoce Cristina Belotti, che dal 2013 in poi ha lavorato a vario titolo per la Casaleggio Associati e per il M5s, adesso fa la «Capo segreteria e Segretario particolare del ministro», per un compenso annuo di 120mila euro. Quindi Carmine America, ex compagno di Di Maio ai tempi del liceo Imbriani di Pomigliano d'Arco, già con lui al Mise. America è stato chiamato come «Esperto questioni internazionali sicurezza e difesa», 80mila euro.
Poi c'è pure il «Consigliere per le informazioni diffuse attraverso i media», Giuseppe Marici, che fino ad agosto faceva l'ufficio stampa del M5S alla Camera.
Lo Stato italiano gli offre 70mila euro l'anno.Alcuni di loro prendono più di qualche dirigente di ruolo, tutti prendono più dei collaboratori di viceministri e sottosegretari, «limitati a 50mila euro per dare più budget ai suoi» dicono alla Farnesina.
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