Cronache

Lo stupratore seriale: profugo che dice di chiamarsi Carl Marx

Le sue vittime continuano a salire. Per ora sono tre le ragazze che lo hanno riconosciuto. Apirante profugo, ha cambiato identità tre volte

Lo stupratore seriale: profugo che dice di chiamarsi Carl Marx

Come si chiami veramente, non lo sa nessuno. Non lo sanno le autorità, non lo sanno le prefetture e non ne ha la minima idea nemmeno Alfano. Ha cambiato identità più volte. L'unica cosa certa è che è un immigrato in attesa di ottenere lo status di rifugiato e che è uno stupratore seriale. Sono tre le sue vittime, tutte giovani ragazze. Anche minorenni.

Ha detto di chiamrsi Carl Marx. È sbarcato a Lampedusa a maggio di quest'anno, ha 22 anni e il governo Renzi lo ha ospitato in un albergo a Montegalda nel vicentino. In attesa di ottenere l'asilo che l'Italia - a quanto pare - sta consegnado a persone che non conosce per nulla, ha pensato di violentare le ragazze italiane. Tre per ora le denunce, ma potrebbero essere molte di più. La prima a presentarsi ai carabinieri è stata una ragazza 17enne. Ha raccontato di essere stata violentata lo scorso 30 luglio nel padovano. Stava aspettando alcune amiche seduta su una panchina, "Carl Marx" - che alloggiava in un vicino albergo messo a disposizione per l'accoglienza dei profughi - le si è avvicinato e dopo le prime avances ha cominciato a palpeggiarla dappertutto. Solo dopo qualche momento la ragazza è riuscita a sfuggire alla morsa del "profugo", scappando. Subito dopo ha chiamato il padre che ha avvertito i carabinieri: hanno trovato l'immigrato in sella ad una bicicletta ed è stato arrestato.

Ma le sue violenze nonn si fermavano lì. Non appena le forze dell'ordine padovane hanno diramato le immagini del violentatore, altre ragazze si sono fatte coraggio e sono andate a denunciare altri stupri. Una ragazza maggiorenne vicentina si è presentata dai carabinieri, denunciando la seconda violenza del 22 enne del Mali che ha cambiato tre identità. (A quanto si apprende dai media locali, ora avrebbe un nome certo: Yaya Krubally. Oltre a Carl Marx, ha usato altre identità, spesso di altri profughi ospitati nelle strutture di accoglienza italiane).

Ma ieri è arrivato un altro allarme. Le ragazze stuprate dall'immigrato, infatti, sono al momento 3: una giovane di 15 anni ha raccontato che "Carl Marx" le si sarebbe avvicinata parlando in inglese. Poi avrebbe iniziato a palpeggiarla, tentando di baciarla e allungando le mani nelle parti intime. La giovane, impaurita, ha gridato e si è divincolata, scappando via.

Ora che Yaya Krubally è in galera, le ragazze e gli italiani aspettano delle risposte. Come è possibile che le prefetture non abbiano alcuna idea di chi sono i profughi che sono ospitati nelle strutture? Com'è possibile che abbiano la libertà di commettere violenze in giro per l'Italia, cambiando identità e nella totale impunità? "Cal Marx" da Vicenza si è mosso fino a Padova per compiere le sue violenze sessuali. E nessuno ne sapeva nulla.

"Uno delle migliaia di fantasmi senza volto né identità che girano liberamente nel Veneto ha colpito - ha detto Luca Zaia - Purtroppo eravamo stati facili profeti nel lanciare un forte e ripetuto segnale d’allarme rispetto alla possibilità che, nel caos che regna sovrano, si verificassero reati e atti rivoltanti come questo questo delinquente, i carabinieri l’hanno preso e ora non resta che buttare le chiavi, ma siamo di fronte alla prova inconfutabile, non la prima e, temo, purtroppo non l’ultima, del fallimento totale e colpevole di un meccanismo di identificazione che fa acqua da tutte le parti".

A dargli man forte il sindaco di Padova, Massimo Bitonci: "Castrazione chimica - ha scritto su Facebook - Si tratta di un fatto gravissimo che fa capire che in casi come questi dovrebbe essere introdotta in Italia come in alcuni paesi del Nord Europa la castrazione chimica per chi compie reati di tipo sessuale nei confronti di bambini o minori questa gente è pericolosa, come continuo a ripetere da tempo. Non possiamo continuare ad avere nelle nostre strade persone come queste che non sono perfettamente identificate e non hanno uno status di rifugiato politico".

Invece Alfano continua a tenerli lì, senza controlli.

E a pagarne le conseguenze sono le ragazze italiane.

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