"Per le bestie di Rimini ci vorrebbe la pena di morte" e nel loro caso "non sarebbe male tornare alle torture". Un'opinone netta quella del viceministro della Giustizia polacco, Patryk Jaki, riguardo quanto avvenuto nella notte tra venerdì e sabato al bagno 130 dove un branco di quattro nordafricani ha stuprato sulla spiaggia di Miramare una turista polacca e picchiato e rapinato l' amico che era con lei sulla battigia e poi abusato di una prostituta transessuale sulla Statale.
Il viceministro poi ha aggiunto: "Ecco i vostri immigrati, li volete in Polonia? Se mai dopo la mia morte".
La frase del viceministro polacco ha riscosso l'apprezzamento del leghista Calderoli: "Secondo il vice ministro polacco della Giustizia, Patryk Jaki, per i responsabili dello stupro della ragazza polacca a Rimini, che lui definisce bestie, ci vorrebbe 'la pena di morte e non sarebbe male tornare alle torture". Che dire? Che è triste dover invidiare la Polonia e la sua libertà di espressione".
Intato è ancora caccia serrata a Rimini ai 4 del branco - secondo quanto trapela da ipotesi investigative forse nordafricani, trentenni, spacciatori - ricercati per lo stupro. Il procuratore capo di Rimini, Paolo Giovagnoli, ha ricevuto ieri la telefonata del viceministro della giustizia polacco, e oggi la mail del procuratore regionale di Varsavia.
Nessuna difficoltà da parte della magistratura italiana, che dovrà comunque avere l'autorizzazione della procura generale e del ministero. "Se può essere utile per le indagini? Per i rapporti con le vittime, certo", commenta il procuratore Giovagnoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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