
Il video circola su internet e ce ne occupiamo anche in cronaca: si vede la neo sindaca di Merano Katharina Zeller, di madrelingua tedesca ed esponente del Südtiroler Volkspartei, che si toglie la fascia tricolore e che poi l'appoggia su una sedia, buttata lì manco fosse un rocchio di salsicce tirolesi, meglio: di Landjäger. A quel punto la signora (carina, va detto) decide di optare per un medaglione con lo stemma della città: un simbolo della tradizione tirolese tutt'ora usato in Austria, una nazione a caso. Tralasciamo la commediola genere «non volevo offendere nessuno» e annessa giustificazione del medaglione autorizzato da un decreto del 1984 (bla bla) che lo equipara alla fascia tricolore: il punto, scartoffie a parte, è un altro. I punti sono più d'uno, a dirla tutta. Il primo è che la sindaca di Merano (città in cui il 51,37 per cento dei residenti è di madrelingua italiana, la signora se lo ficchi nel cranio) ha definito il gesto di passarle la fascia come «provocatorio», nonché uno «sgarbo istituzionale»: e già qui sarebbe da chiuderla per un paio d'ore in una cella con due fiorentini e tre bergamaschi, una tortura linguistica. In secondo luogo: non ci venga a parlare di equivoco. Non fingiamo che il medaglione non sia preferito dalla stragrande maggioranza dei sindaci di madrelingua tedesca: ma senza che nessuno, sino a oggi, si fosse mai rifiutato così platealmente di indossare la fascia tricolore. Non fingiamo che la signora sappia poco di queste cose, visto che è figlia di un parlamentare e di una senatrice dello stesso partito. Non fingiamo di ignorare quanti comuni dell'Alto Adige, durante le feste del 2 giugno o del 4 novembre, hanno evitato di esporre il tricolore o l'hanno fatto con evidente riluttanza, e che, ancora, da quelle parti non permanga una contesa sulla toponomastica in lingua italiana, e che troppi eletti della Svo non abbiano proposto di sostituire il tricolore con la bandiera tirolese, e che, ancora e di nuovo, un sacco di manifestazioni sportive e culturali patrocinate non abbiano omesso l'inno di Mameli e il Tricolore.
Persino durante i Mondiali di calcio, in Alto Adige, si tifa Austria o Germania: e quando l'Italia vinse l'ultima volta, nel 2006, nelle strade fu il silenzio. Diciamo questo, dunque: da quelle parti c'è un problema storico, e, forse, non sarà la signora Zeller a risolverlo.
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