Morandi, nove arresti: controlli "ammorbiditi" e falsi report su viadotti

Arresti e perquisizioni nell'ambito dell'indagine sulle false attestazioni di manutenzione di alcuni viadotti. Autostrade: "I viadotti sono sicuri, attueremo ulteriori azioni a nostra tutela"

Morandi, nove arresti: controlli "ammorbiditi" e falsi report su viadotti

Arresti, perquisizioni e sequestri. È a una svolta l'indagine della procura di Genova sulle faste attestazioni di controllo dei viadotti autostradali prima e dopo il crollo del ponte Morandi. Sono in tutto 9 le misure cautelari a carico di altrettanti indagati, nell'inchiesta bis, scaturita dall'indagine principale sul disastro del 14 agosto 2018, quanto il viadotto sul Porcevera si sbriciolò, uccidendo 43 persone.

Secondo quanto scaturito dalle indagini e ricordato dal Corriere della Sera, sarebbero coinvolti nelle false attestazioni di manutenzione diversi dirigenti, manager e tecnici, tra cui anche un professionista esterno alla Spea, l'azienda che si occupa di infrastrutture e che avrebbe dovuto controllare le condizioni dei viadotti. I report sulle strutture, invece, sarebbero stati "addolciti", per evitare interventi costosi da parte del concessionario autostradale.

Questa mattina, nove persone sono state raggiunte da altrettante misure cautelari e interdittive, tra cui anche il divieto di esercitare la professione. Tre persone sono finite agli arresti domiciliari, mentre ad altri sei è stata notificata l'interdizione. I repor in questione riguarderebbero i viadotti Pecetti della A26, in Liguria, e il Paolillo della A16, in Puglia.

In merito alla vicenda, Autostrade per l'Italia ha confermato nuovamente la sicurezza dei due viadotti interessati, assicurando che gli interventi di manutenzione sono stati conclusi diversi mesi fa. Dopo aver effettuato le verifiche del caso, la società ha accertato che "in nessun caso è stato riscontrato alcun problema riguardante la sicurezza di questi e altri viadotti oggetto di indagine".

In ogni caso, Aspi aveva già provveduto, a scopo cautelativo, a cambiare la sede operativa ai dipendenti interessati dai provvedimenti di questa mattina. La società, annunciano, "si riserva di attivare ulteriori azioni a propria tutela, restando a disposizione degli organi inquirenti".

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