Coronavirus

Taranto, caso sospetto di Covid nell'acciaieria

Un operaio ha avuto un malore durante il turno di lavoro accusando i sintomi del Coronavirus: è in attesa dei risultati del tampone

Taranto, caso sospetto di Covid nell'acciaieria

Si sta con il fiato sospeso a Taranto e, in particolar modo, nello stabilimento siderurgico di Arcelor Mittal. Un operaio ha avuto un malore durante il turno di lavoro con i sintomi tipici del Covid-19. "Stanotte un lavoratore del Pgt (il reparto di ossigeno) si è sentito male e una volta soccorso è stato accompagnato a casa in quanto aveva sintomi influenzali riconducibili forse al Coronavirus". A scriverlo ai lavoratori, in una nota, è il sindacato Fim-Cisl.

Il lavoratore è stato sottoposto al tampone ed è in attesa dei risultati mentre si trova in isolamento nella sua abitazione. Per ora è solo un caso sospetto, ma se dovesse essere confermato, sarebbe il primo nella grande fabbrica dell'acciaio alle porte di Taranto. Cosa accadrebbe se nella più grande acciaieria d'Europa ci fosse un caso di Coronavirus? "È stato già attivato il protocollo con la Asl - ha tranquillizzato la Fim Cisl, continuando - in via cautelativa si è proceduto a sanificare tutto l'edificio (del reparto "Pgt", ndr).".

In tutta l'azienda, però, lavorano 5.500 operai ( tremila impiegati negli impianti e duemila e cinquecento sono il totale dei lavoratori dell'indotto). Proprio nei giorni scorsi era stata sollevata la questione se chiudere o no l'azienda. Poi la risposta del prefetto di Taranto, Demetrio Martino, attraverso un decreto: "deve restare aperta" nonostante l'emergenza del momento.

"Esprimiamo forte perplessità e delusione" aveva commentato due giorni fa il segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto-Brindisi, Biagio Prisciano, dopo aver appreso che nello stabilimento siderurgico, fino al 3 aprile, è sospesa l'attività produttiva ai fini commerciali, ma viene garantito il mantenimento e la salvaguardia degli impianti, oltre alla sicurezza. La decisione del prefetto è arrivata dopo un confronto con il custode giudiziario, l'ingegnere Barbara Valenzano, i commissari straordinari (Francesco Ardito, Antonio Cattaneo, Antonio Lupo), il responsabile dello Spesal di Taranto (il servizio di prevenzione e sicurezza) ed i comandanti dei vigili del fuoco di Taranto e di Bari. "Rimaniamo titubanti sulla salvaguardia della salute dei nostri colleghi ArcelorMittal e dell'indotto" aveva continuato Prisciano, aggiungendo "oltre cinquemila persone in campo, ogni giorno, a rischiare la vita.".

Un'idea condivisa anche da tutti gli altri sindacati fino a ieri, quando uno degli operai ha avuto il malore durante il turno.

Ora, come detto, si aspettano i risultati del tampone e, in caso di positività al virus, bisognerà capire quanti operai sono venuti a contatto con il paziente.

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