Coronavirus

La task force di Colao verso la fine del mandato: l'eredità per le fasi 3 e 4

Il 7 giugno scade il mandato del gruppo che si è occupato della Fase due. Dopo aver studiato le misure per la ripartenza, il gruppo di lavoro pensa rilancio tecnologico e sostenibile

La task force di Colao verso la fine del mandato: l'eredità per le fasi 3 e 4

La task force guidata da Vittorio Colao, che si è occupata della Fase 2, sta arrivando al termine del mandato. Domani, i suoi membri si riuniranno in videoconferenza, per mettere a punto le misure necessarie per la Fase 3 e 4, prima dell'addio, che era stato fissato per il 7 giugno. Ma non è detto che l'incarico del gruppo sia concluso, perché il governo potrebbe anche decidere di prolungarlo.

Il gruppo di lavoro era stato istituito lo scorso 10 aprile. Ad annunciarlo, nel corso di una conferenza stampa seguita al decreto, era stato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, spiegando che il Comitato di esperti in materia economica e sociale avrebbe avuto "il compito di elaborare e proporre misure necessarie a fronteggiare l'emergenza e per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive". La squadra iniziale era composta da 17 membri ma, pochi giorni fa, il governo l'aveva integrata con altri 5 esperti, tutte donne. Così, alla task force si erano aggiunte Enrica Amaturo, Marina Calloni, Linda Laura, Donatella Bianchi e Maurizia Iachino, portando a 22 il numero dei componenti del gruppo di lavoro.

Fin da subito, la task force di Colao ha dovuto fare i conti con le altre squadre schierate da Conte per affrontare l'emergenza coronavirus, confrontandosi soprattutto con il Comitato tecnico scientifico, composto da virologi e medici, che hanno dato indicazioni tecniche per la prima fase.

Poi, come ricorda il Messaggero, il 21 aprile gli esperti guidati da Colao hanno fornito un documento contenente le misure per la ripartenza, partendo dalla riapertura delle "attività manifatturiere, le costruzioni e i servizi per un totale di circa 3,5 milioni di lavoratori". Il gruppo aveva deciso di fissare tre parametri, in base ai quali si sarebbe deciso di fermare nuovamente le zone: un innalzamento dei contagi, la scarsità di posti letto disponibili negli ospedali Covid o nei reparti di terapia intensiva e la mancanza dei dispositivi di protezione avrebbero potuto determinare lo stop.

Poi, dopo aver concluso la prima parte dell'incarico, relativo alla fase due, il team ha cercato di impostare il rilancio dell'economia e delle politiche sociali del Paese, per le fasi successive all'emergenza. Secondo quanto riporta il Messaggero, ieri Colao ha sottolineato alla sua squadra la necessità di puntare ad "ammodernare i modelli commerciali delle nostre imprese, aprire gli spazi del mondo del lavoro alle donne, ridurre le fasce di sommerso, creando nuove condizioni e modelli organizzativi del lavoro, tenendo presente la sostenibilità". Sarà questo l'ultimo compio della task force voluta da Conte, prima dell'addio.

Sempre che il mandato non venga rinnovato.

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