Coronavirus

Ecco la "Fase 2" di Colao Controlli e blocchi locali

Se ritorna l’allarme al via a blocchi locali. I controlli saranno quotidiani e verranno utilizzati 3 parametri: contagi, posti in ospedale e protezioni disponibili

Ecco la "Fase 2" di Colao Controlli e blocchi locali

La task force di esperti con a capo Vittorio Colao sembra avere le idee chiare in fatto di riaperture e di eventuali blocchi qualora la situazione ricominciasse improvvisamente a peggiorare. Intanto l’idea sarebbe quella di ripartire in modo graduale, così da arrivare piano piano a una forma di convivenza con il virus. Con passo indietro immediato nel momento in cui vi sia la necessità di correre ai ripari.

I tre parametri necessari

Tre i parametri che verranno adottati e in base ai quali si deciderà lo stop. Un nuovo innalzamento dei numeri di contagi, la scarsità di posti letto disponibili negli ospedali Covid o nei reparti di terapia intensiva e la mancanza dei dispositivi di protezione personali, come per esempio le mascherine. Ovviamente, per far sì che lo stop sia immediato, il controllo dovrà essere quotidiano. Come riportato da il Corriere, nella serata di ieri, martedì 21 aprile, Vittorio Colao ha consegnato a Giuseppe Conte il documento con le linee guida, decise dalla task force, per quella che viene chiamata la fase due. Si tratta di un powerpoint e nove punti tematici riportati su quattro pagine che dovranno aiutare il governo a fare le scelte migliori in fatto di riaperture. Decisioni che dovranno essere prese nei prossimi giorni.

I primi settori che dovrebbero essere riaperti sono quelli con il minor rischio di contagio, ovvero quello manifatturiero e dei cantieri edili. Il numero di lavoratori che dovrebbe rientrare al lavoro dovrebbe essere compreso tra i 2,5 e i 2,8 milioni. Chi lavora in ufficio e non in fabbrica, e chi fa parte delle categorie considerate a rischio per motivi di salute, continuerà a restare a casa e a lavorare dalla propria abitazione, in smart working. Alcuni lavoratori potrebbero già essere sul posto di lavoro grazie alle molte deroghe concesse alle aziende dai prefetti, sarebbero circa 100mila.

Il problema dell'ora di punta sui mezzi pubblici

Uno dei problemi principali da affrontare è il trasporto pubblico, soprattutto per quanta riguarda le grandi città. Gli orari di ingresso e di uscita dai posti di lavoro dovranno quindi essere scaglionati, così da non intasare i mezzi pubblici e poter rispettare le distanze di sicurezza necessarie per evitare eventuali contagi. Insomma, in poche parole, si dovrebbe riuscire a dimenticare la famosa ora di punta. Proprio per arrivare a ciò ci sono sul tavolo numerose proposte per incentivare l’uso dell’auto o della bicicletta. Milano e Roma starebbero anche pensando di sospendere le limitazioni al traffico.

Altro punto presente nel documento consegnato al presidente del Consiglio è quello relativo alla App per tracciare gli spostamenti e i contatti dei soggetti positivi e limitare quindi il rischio di contagio. Dovrà essere una sola utilizzata in tutta Italia, in modo che la mappatura risulti più semplice ed efficace. Perché possa essere considerata valida, almeno il 60% della popolazione dovrà scaricarla e aggiornarla quotidianamente.

Al momento non sarebbe comunque obbligatoria.

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