Ottobre chiuderà con possibili record storici, novembre avrà un'altra marcata anomalia di temperatura su gran parte d'Europa (in particolar modo sul Mediterraneo), dicembre potrebbe vivere una forte ondata di freddo ma chiuderebbe comunque con temperature sopra le medie, gennaio 2023 simile al mese precedente e a febbraio potrebbe fare ancor più caldo: è questo il responso delle previsioni stagionali (cliccare qui per i grafici) a cura di Copernicus Climate Change Service, programma europeo che si basa sui dati delle osservazioni satellitari e l'insieme di molti modelli matematici.
Ecco le anomalie
Il Servizio sui cambiamenti climatici di Copernicus chiamato C3S aggiorna mensilmente le sue previsioni stagionali, fornendo un valido strumento per scienziati e utenti esperti di tutto il mondo. Nell'animazione delle temperature superficiali (livello del mare) previste per i prossimi mesi, quindi, si può osservare nettamente come praticamente tutta Europa sia colorata di rosso a indicare valori più alti delle medie del periodo 1993-2016 ma anche nell'arco di 36 anni dal 1981 al 2016. Le voci sono molteplici e indicano anche le temperature stimate in quota (500 e 850 hpa), qual è la pressione media sul livello del mare, le precipitazioni e la temperatura del mare.
Il freddo a dicembre
Una pausa da valori ormai quasi costantemente sopra le medie trentennali si potrebbe vivere a dicembre quando i modelli prevedono un'incisiva seppur breve ondata di gelo. "Un'ondata di freddo e temperature più fredde in Europa - spiega a Politico Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service presso il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (Ecmwf). Attualmente, hanno una possibilità che si possano verificare "leggermente superiore al normale". È signicativo, però, che nonostante questa ipotesi il mese di dicembre si possa concludere con temperature comunque più alte della norma su gran parte d'Europa a parte la Penisola Iberica, Francia e Germania che sarebbero in media.
"Inverni più miti"
"Stiamo uscendo da una calda estate. Sappiamo che gli inverni stanno diventando più miti. Quindi potremmo essere inclini a pensare che sarà un inverno mite e non dobbiamo preoccuparci", ha sottolineato Buontempo. Fosse davvero così, tutto partirebbe dal Pacifico e dalla Niña, ovvero temperature della superficie del mare più fresche della media che "in genere significherebbe una seconda metà dell'inverno più mite". Studiosi e ricercatori del clima, però, spiegano chiaramente che "prevedere con precisione il tempo con quattro giorni di anticipo è già impegnativo. Le previsioni per i prossimi tre mesi utilizzando gli stessi principi sono semplicemente impossibili", per evitare che la gente possa lasciarsi andare a conclusioni affrettate.
Cosa c'è dietro alle previsioni stagionali
Fatta questa premessa, Copernicus non lavora sulle classiche previsioni a corto raggio e sui metodi complessi basati che comportano, quotidianamente, centinaia di milioni di osservazioni al fine di produrre simulazioni basate su equazioni fisiche che richiedono grandi quantità di capacità di calcolo. Le previsioni stagionali "sono insiemi di simulazioni di possibili scenari meteorologici e forniamo le probabilità di quanto è probabile che una stagione sia più umida, più secca, più calda o più fredda rispetto alla media di quel periodo dell'anno". Questo è possibile perché alcuni componenti del sistema Terra, (ad es. El Niño, La Niña, l'Oscillazione del Nord Atlantico detta Nao) e altri, "si evolvono più lentamente dell'atmosfera "caotica" e in modo piuttosto prevedibile, quindi possiamo anticipare approssimativamente la loro influenza sull'atmosfera".
La caratteristica principale delle previsioni stagionali di C3S è la combinazione di alcuni dei principali sistemi di previsione stagionale. "Le singole previsioni prodotte da otto centri globali sono riunite in un'unica previsione stagionale multisistema. Questo processo generalmente compensa alcuni degli errori sistematici di ciascun modello", spiegano gli studiosi. Queste previsioni sono riviste mensilmente secondo i metodi appena menzionati: è logico che non siano infallibili e abbiano un'alta probabilità di insuccesso ma è importante comprendere che non si basano sulla "sfera di cristallo" ma su dati reali di partenza che, spesso, danno il risultato previsto anche a mesi di distanza.
"Tali previsioni a lungo termine hanno dei limiti. Alcuni fattori che influenzano l'evoluzione delle condizioni meteorologiche sono molto difficili, altri sono impossibili da prevedere con largo anticipo.
In altre parole, prevedere il tempo oltre le due settimane è impossibile, ma sulla base di alcuni elementi del sistema terrestre che interagiscono con l'atmosfera possiamo fare luce sulle probabilità che determinate condizioni atmosferiche, rispetto a una media, dominino nei prossimi mesi", concludono.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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