E dopo il terremoto, è emergenza migranti: gli operai extracomunitari delle fabbriche emiliane tornano nei Paesi d'origine. Al loro posto, arrivano stranieri disperati. Che occupano le tendopoli e lasciano senza brande né pasti gli abitanti del luogo.
È anche questo lo sciame sismico che da settimane semina panico e morte e scuote il cuore produttivo dell'Italia. La terra che trema porta via il lavoro. Agli italiani e alle migliaia di lavoratori dalla pelle scura che coi cancelli delle fabbriche chiusi meditano di far ritorno in Patria, con le famiglie e col bagaglio di competenze professionali acquisito negli anni. A San Felice sul Panaro, ad esempio, sono già 300 le mogli e i figli di braccianti, carpentieri e operai di nazionalità marocchina che hanno optato per il rimpatrio. E il governo tunisino, attraverso il primo ministro Hamadi Djebali, ha annunciato l'attivazione di un ponte aereo per riportare oltre il canale di Sicilia, «se lo vorranno, i connazionali residenti nelle zone d'Italia interessate dal terremoto». «Algeri e Casablanca sono le mete più richieste », conferma la titolare dell' agenzia di viaggi attiva a Cavezzo: «Le prime a partire sono le donne e i bambini. I mariti dicono di voler attendere qualche giorno per vedere come andranno le cose, ma in molti già hanno prenotato». Insomma, un'emorragia di braccia e, in molti casi, anche di cervelli, che non sfugge ai palazzi romani: «Il permesso di soggiorno per gli stranieri che hanno perso il lavoro a causa del terremoto in Emilia non scadrà dopo 6 mesi, ma dopo 12», ha fatto sapere il prefetto Mario Morcone, capo di gabinetto del ministro per la cooperazione, nel tentativo di arginare la fuga.
Neppure una parola, invece, l'Esecutivo Monti spende sull'altra faccia della medaglia. Sul solco che il terremoto scava e nel quale come formiche si spostano altri migranti. Quelli senza fissa dimora, né un'occupazione, che da ogni angolo del Nord si stanno dirigendoin massa verso le aree colpite dal sisma. «Qui a Medolla», testimonia una veterinaria in cambio dell'anonimato, «l'80% delle tendopoli è occupato da extracomunitari. Per carità: molti sono d'aiuto, ma specie tra i musulmani ve ne sono tanti che protestano persino per il cibo, perché nel ragù c'è carne di maiale ». Ma c'è dell' altro: «C'è gente che ha chiamato i parenti da altre parti d'Italia, come fosse una festa alla quale invitare ospiti. Il risultato? Molti cavezzesi si vedono dare 3 euro al dì e non hanno neppure dove dormire. E pensare che lo Stato ne spende 35 al giorno per quelli che sbarcano a Lampedusa. Non chiediamo di essere trattati meglio di loro, ma che ci trattino allo stesso modo». E mentre nel comprensorio si diffondono voci di casi di scabbia e di tubercolosi, l'indignazione trova riscontro qualche chilometro più in là. A Mirandola e a Finale Emilia i Carabinieri sono dovuti intervenire in più di un'occasione per riportare la calma. «La tensione è palpabile», racconta a un posto di blocco il capitano dell'Arma Giorgio Feola, coi suoi uomini impegnato nelle attività antisciacallaggio. «Posti letto e servizio mensa sono i momenti critici della giornata: le lunghe fila che si formano spesso sono animate da liti e scontri innescati dalla massiccia presenza di extracomunitari provenienti da altri paesi ».Il fenomeno,già segnalato dalle cronache locali, è stato ieri ufficialmente denunciato dalla Lega.
Che col parlamentare parmense Fabio Rainieri, in una lettera inviata a prefetti e questori delle zone interessate dal sisma, ha invitato a «monitorare la presenza di extracomunitari nei campi di accoglienza: in un momento come quello che le nostre terre stanno vivendo, è doveroso evitare che extracomunitari irregolari provenienti da altre parti del Paese possano cercare di trarre un beneficio personale dal dramma che ha colpito l'Emilia, godendo di eventuali stanziamenti previsti dal Governo, dalla Regione e dalle istituzioni preposte». Cronache italiane, ai tempi del terremoto che sconvolse l'Emilia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.