Terrorismo, due fermati a Bari Pronti a colpire porti e aeroporti

Allerta terrorismo a Bari dove due persone sono state fermate con l'accusa di far parte di una cellula terroristica legata allo Stato Islamico e ad Al Qaeda

Terrorismo, due fermati a Bari Pronti a colpire porti e aeroporti

Allerta terrorismo a Bari dove due persone sono state fermate con l'accusa di far parte di una cellula terroristica legata allo Stato Islamico e ad Al Qaeda. A quanto pare la cellula era pronta a colpire in porti, aeroporti e anche in negozi e centri commerciali. Il gruppo sarebbe stato composto da circa cinque persone. Uno è ricercato, altri due sarebbero già partiti per l'Afghanistan.

In base a quanto hanno potuto ricostruire i carabinieri del comando provinciale di Bari in un anno circa di indagini, iniziate dopo che uno degli indagati era stato visto e identificato mentre riprendeva con il telefonino gli esterni del centro commerciale Ipercoop di Bari nel quartiere di Santa Caterina, il gruppo stava progettando attentati in Italia, in Francia, in Belgio e in Inghilterra.

I pubblici ministeri Giuseppe Drago e Roberto Rossi contestano "la preparazione e l'esecuzione di azioni terroristiche da attuarsi contro governi, forze militari, istituzioni, organizzazioni internazionali, cittadini ed altri obiettivi civili". "In particolare - dicono - l'organizzazione, che aveva disponibilità di armi, predisponeva, tramite la preventiva ispezione dello stato dei luoghi (anche con documentazione fotografica e video), attentati terroristici presso areoporti, porti, mezzi delle forze dell'ordine, centri commerciali, alberghi oltre che di altri imprecisati attentati terroristici in Italia e Inghilterra". Uno dei presunti terroristi fermati oggi nel capoluogo pugliese, Hakim Nasiri, è stato fotografato insieme al sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante la cosiddetta Marcia degli Scalzi del 10 settembre 2015. La manifestazione fu organizzata in tutta Italia e vi aderì anche la città di Bari, in segno di solidarietà e integrazione in favore dei cittadini immigrati.

Le indagini sono partite il 16 dicembre scorso quando i Carabinieri sono intervenuti presso l’Ipercoop di Santa Caterina a Bari per la segnalazione di 4 stranieri sospetti. Uno di loro stava facendo un video del centro commerciale con il cellulare. Dall’analisi dei dati contenuti nel suo telefono, poi sequestrato, gli investigatori hanno trovato anche un video dell’area interna dell’aeroporto di Bari-Palese. Foto e video trovati nei cellulari degli indagati "non avendo nessun valore turistico possono essere lette - secondo la Procura di Bari - come sopralluoghi da parte della cellula per compiere attentati". Gli inquirenti di Bari non sono riusciti a violare l’ iPhone di uno degli indagati nell’inchiesta sulla cellula dell’Isis scoperta dai carabinieri. Si ripropone dunque il tema, già emerso negli Usa dopo la strage di San Bernardino a opera di una coppia di integralisti islamici, dell’indisponisibilità dei codici di accesso ai telefonini anche nel caso di delicatissime indagini antiterrosimo. Nella vicenda di San Bernanrdino, la Apple ha rifiutato di collaborare con gli investigatori per decrittare il cellulare.

Intanto è stato arrestato dai carabinieri a Milano, nei pressi di Porta Romana, il cittadino pakistano destinatario dell’ordinaza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Bari, che ha portato alla cattura a Bari e Foggia di due presunti terroristi dell’Isis.

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