Cronache

Tiziana senza diritto all'oblio. Un dossier porno a suo nome

Le immagini che hanno spinto Tiziana al suicidio sono conservate nell'immenso archivio pedo-pornografico chiamato "La Bibbia". In poche ore migliaia di visualizzazioni

Tiziana senza diritto all'oblio. Un dossier porno a suo nome

"Tiziana C. è morta, si è suicidata per la vergogna". No, Tiziana è stata uccisa dalla sua ingenuità con l'aiuto del web. La Rete diffonde e non nasconde, mai. Conserva ogni file cui regala l'eternità. I 5 video che hanno rovinato la vita di Tiziana sono ancora consultabili nell'enorme dossier pedo-pornografico che contiene oltre 4 gigabyte di file di minorenni e di donne. Spulciando tra i 10mila documenti di quella vergogna pornografica si trova la cartella che porta il nome e il cognome della ragazza napoletana suicidatasi in casa della madre.

La Bibbia 3.0

La Bibbia 3.0 non è nient'altro che un'enorme bacheca di umilizione online, creata da ignoti che si fanno chiamare Gesù, Pietro e Paolo e scaricata da molti utenti. Basta una semplice ricerca per trovarla sul web e con la stessa semplicità si può scaricare sul proprio pc o conservarla in cartelle Dropbox e GoogleDrive. Una volta aperta ci si trova davanti a un abbecedario di contenuti hard di ragazzine. Come garantiscono gli autori, il database "raccoglie innumerevoli contributi dal web e da tutti i suoi meandri". Nomi, cognomi, date di nascita e talvolta numeri di telefono. Ogni ragazza, ogni "vittima", è schedata e catalogata nell'apposita cartella nominata “bagasce con nome e cognome”.

Nel puzzle della Bibbia, composto da 211 tasselli, ce n'è uno che ora gronda sangue. È la cartella di Tiziana. All'interno sono conservati i 5 video da lei volontariamente realizzati e che il web ha reso virali. Era diventata famosa, tanto che qualcuno pensò che si trattasse di una trovata pubblicitaria. Lei, ingenua, aveva acconsentito a quelle riprese, le aveva inviate ad almeno 5 amici per fare un dispetto al suo fidanzato. Si è gettata in un fiume con rapide troppo potenti per poter nuotare contro corrente ed uscire dall'acqua. Tiziana è vittima di un suo errore (aveva 30 anni quando ha realizzato i video) o di difficoltà psicologiche (all'età di 20 anni abusava di alcol ed è stata in cura). Poi è subentrata l'incoscienza del web, incapace di porsi un limite.

La fuga di Tiziana

Il gioco è durato da dicembre 2014 a gennaio 2015. Cinque filmati in cui fa sesso con due e più uomini. In quel periodo conviveva on Sergio Di Paolo: la relazione e il tunnel del'alcol l'hanno spinta fino a spogliarsi davanti ad una telecamera. Dopo la notorierà istantanea e non voluta, Tiziana era a un passo da voltare pagina: una nuova identità, la residenza in Toscana e l'oblio che sperava di conquistare. Non ce l'ha fatta perché erano troppi i gruppi "dedicati" a lei, troppa la pressione di quel mondo digitale che l'ha sedotta e poi divorata. Tiziana aveva cercato di far rimuovere quei filmati da Facebook, Google e Twitter. Un grido disperato che non è stato ascoltato. Allo stesso modo a maggio, in un'inchiesta su IlGiornale.it, alzammo la voce per denunciare la Bibbia e i suoi autori, ma ad oggi non ci sono stati risultati. Il silenzio è tornato su quel prodotto oscuro del web. La polizia è sparita. Ma non è sparito il malessere delle vittime.

Quel foulard scelto da Tiziana per togliersi la vita assume le sembianze di mani digitali, che prima ne hanno abusato e poi l'hanno soffocata.

Commenti