Toh, ora lo rimpiangono

Toh, ora lo rimpiangono

Nel giorno in cui i due soci di governo Di Maio e Salvini si sono messi con enfasi al centro della scena mediatica per l'approvazione del reddito di cittadinanza e di quota cento, il quotidiano la Repubblica ha accolto con grande evidenza e rispetto il contemporaneo annuncio del ritorno in campo di Berlusconi. Da canto suo il Corriere della Sera giornale che non fu per nulla tenero con il Berlusconi regnante e che sponsorizzò l'alternativa Monti - ha pubblicato un lungo intervento del Cavaliere nel quale lui stesso motiva la scelta di candidarsi alle imminenti elezioni europee.

In particolare la Repubblica, che non dimentichiamo guidò la vergognosa guerra mediatica per cacciare il Cavaliere prima dal governo e poi dal Senato, ha schierato in prima pagina ben due prime firme Filippo Ceccarelli e Stefano Folli per rendere merito a Berlusconi di una scelta che non era affatto scontata data l'età del soggetto e la situazione non brillante in cui si trova Forza Italia. «Statista in assenza di alternative, alla fine può apparire migliore di quel che era», è il titolo dell'analisi di Ceccarelli, che se non suona esattamente come quel «Aridatece er puzzone» (scritta apparsa nel primo Dopoguerra sui muri di Roma e riferita a Mussolini) poco ci manca.

È sorprendente che gli arcinemici storici di Berlusconi sperino non sono parole loro, ma il senso è più o meno questo al netto di qualche ovvio pregiudizio di maniera che Berlusconi sia ancora in grado di compiere l'ennesimo miracolo, nel caso trovare il modo per impedire che lo sciagurato e innaturale patto tra Cinque stelle e Lega prosegua tra redditi ai fannulloni e tasse ai lavoratori - al punto da portare il Paese alla rovina economica e sociale. C'è di più. È come se «solo» Berlusconi, sia pure «per mancanza di alternative», possa compiere la missione, e questo la dice lunga sulla fiducia che anche a sinistra si nutre sul fantomatico nuovo corso del Pd targato Zingaretti o chi per lui.

Lo sbandierato «nuovo» che ha annunciato «la fine della povertà» e «un imminente boom economico» ci ha portato diritti come certificato ieri da Bankitalia nella recessione, e il peggio deve ancora accadere.

Nessuno, credo neppure Berlusconi, immagina che Forza Italia possa tornare ai fasti del passato ma l'idea di un «usato sicuro» comincia a farsi strada. Magari non scalda i cuori, ma certamente salverebbe il portafoglio.

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