Cronache

"Responsabili funivia consapevoli dei problemi". La Cassazione sul Mottarone

Depositato oggi il verdetto 39091 della Corte di Cassazione sulla tragedia: consapevoli dei problemi Enrico Perocchio e Luigi Nerini. "Inibire la professione a Perocchio"

"Responsabili funivia consapevoli dei problemi". La Cassazione sul Mottarone

Si torna a parlare del Mottarone e delle terribile tragedia avvenuta il 23 maggio dello scorso 2021. Un evento che avrebbe potuto essere evitato, e che invece costò la vita a 14 persone, rimaste uccise a causa del cedimento strutturale della funivia.

Si è espressa la Corte suprema di cassazione, che con la sentenza 39091 depositata in data odierna definisce come "solida" la motivazione con cui il tribunale del riesame di Torino ha parlato di un "pericolo di recidiva e di reiterazione" disponendo gli arresti domiciliari per l'ingegnere Enrico Perocchio, direttore della funivia del Mottarone e dipendente della Leitner (società incaricata della manutenzione dell'impianto).

Nel verdetto la Cassazione ordina però al riesame una valutazione sulla possibilità di "applicare il solo divieto temporaneo ad esercitare la professione".

“Perocchio e Nerini consapevoli”

Non vi è dubbio, per i giudici, che Enrico Perocchio e Luigi Nerini, proprietario unico della Ferrovie del Mottarone, fossero consapevoli dello stato della funivia e della necessità che, in assenza di manutenzione, l'impianto funzionasse col freno d'emergenza disinserito. Malgrado ciò, Perocchio "ha espressamente avallato questo incauto modus operandi". Allo stesso modo, fanno notare gli ermellini, "i tragici fatti del 23 maggio 2021 hanno interessato una realtà aziendale che aveva già fatto i conti, in passato, con il conflitto tra le esigenze della sicurezza e quelle di natura economica".

Per quanto concerne invece la scelta di applicare i cosiddetti forchettoni alle funi per evitare che la funivia si fermasse all'azionarsi automatico dell'azione frenante, la Corte suprema di Cassazione evidenzia che "è conforme ai canoni di chiarezza e precisione" la costruzione "di una imputazione che si regge sul postulato secondo cui l'ing. Perocchio, trovandosi in posizione sovraordinata nella scala gerarchica aziendale e avendo il potere, quale direttore di esercizio, di fornire al personale dipendente indicazioni sugli adempimenti da espletare per garantire la sicurezza dei lavoratori, avrebbe istigato, per ragioni di convenienza economica Tadini - dipendente delle ferrovie del Mottarone con funzioni di capo servizio - a disattivare il sistema frenante d'emergenza e, precipuamente, a omettere la rimozione del ceppo nell'orario di apertura della funivia al pubblico".

Gli ermellini, dunque, condividono la ricostruzione dei fatti effettuata dalla procura della Repubblica di Verbania, così come i capi di imputazione nei confronti di Enrico Perocchio e Luigi Nerini, accusa di rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e per omicidio colposo plurimo.

Acquisizione della memoria di Nerini

La Cassazione ha invece annullato l'ordinanza del riesame che aveva disposto i domiciliari per Luigi Nerini. Il tribunale di Torino, infatti, aveva rifiutato di accogliere la memoria difensiva di Nerini in vista dell'udienza del 28 settembre 2021. Ciò, secondo gli ermellini, ha determinato "la lesione dei diritti" dell'imputato e "la violazione delle regole che presiedono alla motivazione delle decisioni giudiziarie".

Sul caso, dunque, si terrà una nuova udienza. Per la Corte, infatti, è stata erreta la decisione di negare l'ingresso alla memoria di Nerini. La produzione da parte del pubblico ministero della documentazione a soli quattro giorni dall'udienza camerale, aggiungono gli ermellini, ha messo indagati e difensori "nella condizione di dovere interloquire 'ad horas' o, comunque, a strettissimo giro".

Ciò ha però inciso "sulle modalità di redazione delle memorie".

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