Se voleva rendersi impopolare c'è riuscito. E ha scelto anche la strada peggiore per essere ricordato, da sconosciuto che era. Certo, potrà sempre tornare indietro. Ma già alle prime uscite, il governo del cambiamento si rivela un governo dello sfruttamento. Mai togliere un diritto acquisito. Per pochi o per molti. Il passato rimpianto si rivolterà contro di te. E i cattivi governi mostreranno il loro volto migliore. La mossa del ministro dei Beni culturali è il primo annuncio del declino. Perché toglie a tutti un bene immateriale come la gratuita contemplazione della bellezza. Cosa direste se vi facessero pagare i tramonti? Quanta poesia perderebbero? Un tramonto a 5 euro! Un'alba riservatissima a 10! Le opere d'arte, come i paesaggi, non sono beni di consumo. Non si paga per entrare in chiesa, dove troveremo Giotto, Tiziano, Caravaggio. I musei sono chiese laiche, del sapere razionale, che raccontano la gloria di Dio. È osceno pagare per vedere e conoscere le anime dei pittori nei loro dipinti. Occorre invitare, accogliere, favorire. I musei devono formare, educare alla bellezza, non fare soldi. Il beneficio verrà. E in molti piccoli musei non va nessuno, non appartengono alla comunità consapevole che bisogna coinvolgere, rendere complice.
Gratuità d'accesso certa per gli italiani, tutti i giorni, trasformando i musei in laboratori delle scuole. Sfruttare le opere d'arte equivale a tradirle. Lo Stato deve, a suo e nostro vantaggio, proteggere e offrire la bellezza, non farla pagare. Mercificarla vuole dire vanificarla.
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