«Se Salvini vuole la Tav torni con Berlusconi oppure se la tolga dalla testa e la smetta di rompere i cog...». Così parlava poco tempo fa quel genio della politica di Alessandro Di Battista. Salvini non è tornato da Berlusconi, la Tav si fa ma i cog... restano tali. O, meglio, stiamo parlando di persone che gli attributi non li hanno proprio. Come Alberto Airola, senatore Cinque Stelle che aveva giurato: «Se la Tav passa, mi dimetto». Al dunque, la retromarcia: «Era una frase detta d'impeto, vedremo, ma penso che resterò». Come resterà al suo posto Roberto Fico, il presidente della Camera che aveva sentenziato: «Mai Tav è l'identità più profonda dei Cinque Stelle».
Parafrasando Di Battista si potrebbe dire: «Cari grillini, se non volete la Tav mollate Salvini e le poltrone oppure smettetela di rompere i cog...». Perché è chiaro che da oggi Di Maio e soci dovranno scegliere se stare dalla parte del loro governo o da quella dei delinquenti, che già ieri hanno annunciato di volere mettere a ferro e fuoco da sabato la Val di Susa per impedire la ripresa dei lavori. Il presidente della Camera, terza carica dello Stato, dovrà decidere se stare con i poliziotti messi a difesa dei cantieri o con i teppisti che daranno loro l'assalto.
Quando Stato e antiStato vengono alle mani la neutralità non è prevista, soprattutto da parte di chi ha responsabilità di governo. Negli anni Settanta ci provò il Pci che, di fronte ai primi atti di terrorismo rosso, coniò dall'opposizione lo sciagurato slogan: «Né con lo Stato né con le Br» che contribuì non poco a giustificare i violenti e a incendiare il Paese.
Se i Cinque Stelle intendono ripristinare quel clima ambiguo e pericoloso, lascino il governo e calzino i passamontagna d'ordinanza dei black bloc.
Altrimenti siano chiari, nelle parole e nei fatti, a condannare senza esitazione qualsiasi violenza contro la decisione di un governo (per di più loro) e di un Parlamento (dove sono maggioranza) sovrani.
Tenetevi pure - signori
grillini senza cog... poltrone, stipendi e privilegi, ma non provate a trascinare il Paese in un clima di violenza e di odio. Qualsiasi tipo di copertura, politica o morale, sarà da considerare alla pari della complicità.
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