Mai come in queste ore in cui il Congresso americano a maggioranza democratica vota gli articoli della messa in stato d'accusa formale del presidente, proprio lui, Donald Trump è stato così forte nei sondaggi. Gli ultimi rilevamenti sia Gallup sia Cnbc confermano che la maggioranza degli americani si augura che questo processo si compia alla svelta per lasciare il campo alla politica e permetta ai cittadini di partecipare a caucus e primarie in vista delle elezioni di novembre, quando l'America sarà chiamata a confermare o bocciare l'attuale inquilino della Casa Bianca. Nelle prime votazioni avvenute ieri al Congresso, e che si sono concluse in nottata, i democratici hanno perso pezzi importanti, come la deputata del Michigan Elissa Slotkin, una bionda e gagliarda accademica e militare con una carriera anche nella Cia e nel Dipartimento di Stato, che ha dichiarato di dover obbedire alla sua coscienza negando ogni fondamento alle accuse contro il presidente.
Non è un caso unico. I democratici hanno il fiato corto e questa procedura d'accusa presidenziale è anche la misura della loro debolezza, visto che tuttora il partito che ha l'asino come simbolo manca di un leader in grado di battersi contro Trump. Nella storia americana questa è la terza volta che un presidente in carica viene messo in stato d'accusa formale e sottoposto a processo. Il caso più recente è stato quello del democratico Bill Clinton, accusato di avere mentito alla nazione avendo dichiarato pubblicamente il falso circa i suoi rapporti sessuali con la stagista Monica Lewinsky. Clinton alla fine la sfangò, ma fu sottoposto di fatto a un regime di semilibertà, avendo alle costole un procuratore speciale che indagava su ogni sua mossa presente e passata. Prima ancora era toccato a Richard Nixon, ingiustamente chiamato Trixy Dixy, come dire Riccardino l'imbroglione, che saltò su un fattaccio non riparabile: il suo partito (col suo consenso) spiava il quartier generale del partito Democratico, il Watergate, con azioni illegali e poliziesche. Nixon preferì dimettersi prima che l'impeachment arrivasse alla sua formalizzazione e lasciò però un'America liberata dall'incubo della guerra in Vietnam, in pace con la Cina comunista e in uno stato di ripresa visibile. Ma dovette soccombere alle regole e lo fece. Il primo presidente a essere sottoposto a procedimento fu nel 1868 Andrew Johnson, incriminato anche se poi fu assolto con un voto per aver forzato le regole con cui sostituire il segretario alla Guerra e imporre il suo amico Brevet Lorenzo Thomas. La procedura dell'impeachment non si applica solo ai presidenti, ma a tutti i funzionari pubblici accusati di agire in maniera non costituzionale.
Nel caso di Trump, l'accusa mossa da Nancy Pelosi, speaker democratica e nemica numero uno del presidente, è quella di abuso di potere e ostruzione alla giustizia per la vicenda ucraina in cui il presidente è accusato di avere fatto pressioni sul collega ucraino Zelensky promettendogli armamenti in cambio di prove con cui mettere nei guai il suo probabile avversario Joe Biden (ex vice di Obama) e suo figlio per i loro affari privati in quel Paese. Che cosa spera di ottenere Pelosi, speaker della Camera e leader del partito Democratico, da questa procedura? Secondo tutti gli opinionisti indipendenti, l'unico risultato potrebbe essere quello di fornire l'occasione a una ipotetica pattuglia di repubblicani ostili a Trump di tirarla per le lunghe e danneggiarlo alla vigilia delle elezioni. Sembra però che stia accadendo esattamente il contrario: l'assoluta mancanza di prove, di reati e di testimoni ha creato un effetto saturazione nell'elettorato americano e oggi il presidente può davvero contare su una maggioranza insperata, a 11 mesi dalle elezioni.
Dunque, considerato lo stato florido dell'economia e dell'occupazione, per ora il processo anti-presidenziale non ha altri fan che quelli della politica politicante di cui l'elettore americano non ha grande considerazione, sicché l'intero processo sembra destinato a un clamoroso flop.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.