Era pronto a morire e a fare propaganda per la causa dei terroristi del Daesh. La Procura di Napoli, attraverso il pm Luigi Alberto Cannavale, ne aveva chiesto l’arresto per terrorismo, ma il gip aveva respinto. "Sono isissiano finchè avrò vita. E se morirò vi esorto a farne parte", diceva il 26 gennaio scorso Mohamed Kamel Khemiri, tunisino di 41 anni arrestato questa mattina dai carabi ieri del Ros per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina nell’ambito di una indagine della procura di Santa Maria Capua Vetere. A quanto si apprende, l’uomo, indagato per terrorismo internazionale, era molto attivo su Facebook, Twitter e chat. Per i carabineiri "in teoria era pronto a colpire anche in Italia". Khemiri ha precedenti per traffico di stupefacenti, ma l’indagine dei Ros iniziata a settembre 2014, coordinata dalla procura anti terrorismo di Napoli e in collegamento investigativo con quella di Bari, traccia la sua progressiva radicalizzazione all’ideologie fondamentalista che lo porta ad abbandonare progressivamente forme di micro criminalità. Cresce sui social la sua condivisione della propaganda diffusa dallo stato islamico, tanto che in alcune conversazioni intercettate esprime soddisfazione per le numerose vittime degli attentati a Parigi nel gennaio 2015.
Il tunisino, nell’organizzare la sua rete per favorire l’immigrazione clandestina, ha la complicità di Alì Shek e Mohammed Kamrui, titolari di due aziende tessili nel Casertano; sono loro a predisporre i contratti di lavoro fittizi e le false buste paga per i cittadini extracomunitari che devono regolarizzare la loro posizione in Italia. Badrddine Aifa e Mohammed Charraki, cercano sul territorio chi farà le false dichiarazioni di ospitalità agli immigrati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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