Dopo il sì del Parlamento, anche Sergio Mattarella ha promulgato il decreto Sicurezza e immigrazione che ora è legge a tutti gli effetti.
Ma sulle novità introdotte dal provvedimento sembra non esserci ancora chiarezza. Al punto che il Ministero dell'Interno è intervenuto per smentire le bufale che ancora circolano in merito.
"Più diritti per i veri rifugiati e meno sprechi per chi rifugiato non è", spiega il vicepremier Matteo Salvini. E dal Viminale ricordano che il decreto non è retroattivo e non riguarda, quindi, quanti siano già stati inseriti nel sistema Sprar (sistema protezione per richiedenti asilo e rifugiati).
Questo significa che chi è oggi in possesso di protezione umanitaria resta nel sistema di accoglienza finché non gli viene consegnato il permesso di soggiorno con il quale potrà cercare lavoro e "avviare il proprio percorso socio-lavorativo".
Anche per quanto riguarda le verifiche all'inerno del sistema di accoglienza non cambierà molto: "Vengono fatte periodicamente", dicono dal Viminale, "È sempre stato così, visto che si tratta di un servizio pagato con soldi pubblici ed è doveroso controllare se il denaro viene speso correttamente (cioè per chi ne ha diritto)".
Inoltre con il decreto voluto fortemente da Salvini i centri dello Sprar "garantiranno un’accoglienza ancora più efficace per chi è rifugiato". Anche perché da ora in poi non saranno più gravati dall'arrivo dei soggetti "beneficiati dalla protezione umanitaria" che ora - e solo da oggi - possono andare o restare nei centri d'accoglienza straordinaria (Cas).
Si tratta di una distinzione però solo per chi non è
già stato accolto in un centro del sistema Sprar "Chi ha il permesso per motivi umanitari e si trova giá nello Spar potrà rimanervi fino alla fine del progetto di integrazione a cui già partecipa", assicurano dal Viminale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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