Tv del passato per il governo senza futuro

Tv del passato per il governo senza futuro

Carlo Freccero è stato nominato di recente nuovo direttore di Raidue, posizione che già aveva occupato con successo vent'anni fa. Freccero è stato un grande nel suo campo - inventore di programmi tv, nonché scopritore di talenti - e in quello del trasformismo. Fu berlusconiano agli albori dell'impero Mediaset, fervente anti-berlusconiano e paladino della sinistra in seguito, grilloleghista più di recente. Un camaleonte di talento, verrebbe da dire, che all'alba dei settant'anni torna in prima linea con l'entusiasmo di un bambino e la sperimentata furbizia figlia dell'età.

C'è attesa di vederlo all'opera perché a lui è stato dato il compito di interpretare e dare forma, culturalmente e televisivamente, al nuovo corso politico. Pronti via, ecco le sue prime mosse annunciate come grandi novità, addirittura «bombe», come le ha definite ieri con eccesso di enfasi e generosità il Fatto Quotidiano, suo giornale di riferimento. Si va dal ritorno in prima serata dell'Ultimo tango a Parigi a un collage delle puntate di Satyricon in cui Luttazzi e Travaglio infangavano, nel lontano 2001, Berlusconi, fino a repliche dei programmi di Funari e dei concerti di De Andrè.

Non dubito del successo di ascolti, del resto l'estivo Techetechetè (spezzoni di trasmissioni anni Sessanta-Ottanta) è uno dei programmi più visti di Raiuno e i film Pretty Woman e Rambo fanno ottimi ascolti ancora oggi, a trent'anni dalla loro uscita, ogni volta che passano in tv. Pescare nel passato funziona sempre, ma è la scorciatoia di chi non sa più leggere il presente e immaginare il futuro.

Riportando Luttazzi e lo stupro di Ultimo tango in prima serata tv, Freccero dimostra solo di essere furbo e vecchio (senza offesa, anziano lo sono anche io), di aver perso la sua carica innovativa e sperimentale. Un reduce, nostalgico di un mondo - quello della sua gioventù - che non c'è più se non nella sua testa. Mi sembra come quegli impresari che per riempire il circo portavano in scena Pecos Bill e questi per soldi si prestava, patetica controfigura dell'eroe che fu.

Anche Nereo Rocco, grande allenatore del Milan, se potesse tornare una volta in panchina riempirebbe San Siro. Ma il suo modulo, vincente allora (me lo riassunse efficacemente Rivera: Cudicini in porta, tutti gli altri fuori), non reggerebbe oggi una sfida in serie C.

Onore a Freccero, che è riuscito alla sua

veneranda età e col solo mestiere a prendere per i fondelli, ben pagato, anche Di Maio e Salvini. Una volta sfidava le piazze, oggi scende in cantina a svuotare i bauli. Un bluff senza futuro, come il governo che rappresenta.

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