Il tycoon di Taiwan che investe in Italia per trasformare dimore storiche in relais

L’ultimo inaugurato è stato Palazzo Venart a Venezia, diventato un hotel di lusso sul Canal Grande. A Firenze, la catena italiana di LDC del re del cemento Nelson Chang sta restaurando il palazzo che fu della Beatrice di Dante e ora la ricerca è su Milano

Il tycoon di Taiwan che investe in Italia per trasformare dimore storiche in relais

Negli ultimi 3 anni Nelson Chang ha investito nel nostro Paese oltre 200 milioni di euro, neppure uno delle banche, ma tutti suoi. E ha assunto 400 italiani per mandare avanti sette, tra hotel di lusso e residenze storiche, che ha acquistato e restaurato in Piemonte e in Umbria, a Roma, Firenze, Venezia. Ora, il re del cemento venuto da Taiwan punta a Milano, dove sta cercando qualcosa d’interessante, ma sempre rispettando la regola del «low profile».Basta ricordare come tutto è iniziato al Relais Sant’Uffizio, vicino Asti. A gennaio 2013 un mediatore contattò la famiglia Massa, proprietaria della dimora storica dove l’Avvocato Agnelli andava a mangiare il tartufo, dicendo che un signore venuto dall’Oriente era interessato a comprarla ma prima voleva visitare l’ex monastero cinquecentesco tra le vigne del Monferrato. Scettici, i Massa pensarono ad un bluff e, visto che la struttura era chiusa, mandarono ad aprirla il portiere di notte. Che si trovò di fronte Mister Chang in persona e la sua signora che, si scoprì poi, fa parte della famiglia Koo, una delle fondatrici della Repubblica taiwanese che il nostro Paese, come molti altri, ancora non riconosce. La coppia esaminò tutto con attenzione e un’ora dopo fece la sua proposta d’acquisto per il Relais.Negli stessi giorni i Chang trattavano anche per una residenza nobiliare tra gli uliveti vicino Perugia, Villa Monte Solare. Il doppio rogito fu fatto in due giorni e nacque la catena italiana di LDC, sigla che sta per «Luxury, Dreams & Culture». Un gruppo dall’esperienza trentennale che già gestiva 12 hotel a Taiwan e 2 in Cina (3 mila camere), recentemente quotato alla borsa di Taipei e presieduto dall’exministro della Cultura di Taiwan, Emile Sheng.Al vertice della catena italiana della LDC Chang ha voluto la più grande delle sue figlie, Elaine, che ha studiato negli Usa e lavorato per Google, a Singapore. «Mio padre - racconta lei- ha scoperto l’Italia a 17 anni e da allora ha amato sempre di più la sua cultura e la sua natura. Così ha deciso di investire sulle sue dimore storiche,trasformandole in alberghi e residenze di lusso». Qualche mese fa Elaine è venuta a Venezia per fare da padrona di casa alla raffinata festa d’inaugurazione del fiore all’occhiello del gruppo: Palazzo Venart. I genitori hanno esaminato 20 storiche dimore prima di scegliere la quattrocentesca residenza con giardino sul Canal Grande dei Bacchini delle Palme, che ha ospitato in passato il Malatesta e il Carmagnola. Dopo 2 anni di restauro, è diventata un hotel 5 stelle con 18 lussuose suite dai soffitti affrescati e gli arredi antichi, intitolate a Casanova e Tiziano, Marco Polo e Dandolo. Nelson, personalmente ha acquistato all’asta preziosi quadri e un incredibile pianoforte del ’700 che troneggia nel salore d’onore, per rendere il palazzo ancora più ricco di arte e cultura.Elaine ricorda bene il suo viaggio per Roma del 2014, incollata agli auricolari come le aveva raccomandato il padre, per completare il suo studio approfondito della storia dell’Urbe, prima di sbarcarvi per seguire gli affari di famiglia. Nella capitale era stata appena acquistata l’affascinante Villa York, sulla via Cassia, residenza in stile inglese immersa in un parco e oggi scenario di grandi matrimoni ed eventi.Quello stesso anno Chang aveva scelto sulle colline fiorentine la magnifica Villa Ortaglia per la sua famiglia e sistemato eleganti appartamenti da affittare, come quelli della vicina Casa Anforti. Nel 2016, invece, nel centro storico di Firenze, il gruppo industriale LDC ha acquistato Palazzo Portinari Salviati, accanto al Duomo, cioè quella che fu la residenza della Beatrice amata da Dante. «Sarà restaurato-ha assicurato il tycoon- nel massimo rispetto dei suoi molti e importanti elementi storici e artistici. Di moderno il palazzo avrà la domotica, di ultimissima generazione, con il voice control. Ci saranno tutte le tecnologie per il risparmio energetico e l’utilizzo da fonti rinnovabili». Dove il Poeta spiava la sua Musa, dunque, nasceranno appartamenti di lusso, eleganti negozi, una galleria d’arte e un ristorante gourmet.Mister Chang ama molto la cucina italiana e nei suoi hotel ha scelto chef famosi, come il 2 stelle Michelin Enrico Bartolini, che prepara i suoi piatti rivisitando la tradizionale cucina veneta, al «Glam» di Palazzo Venart. Il cocktail degli affari di questo magnate taiwanese innamorato del nostro Paese sembra funzionare, visto che l’operazione italiana ha chiuso l’anno scorso con 19 milioni di euro di fatturato. L’investimento è già quasi in pareggio. E dire che quella alberghiera, come spiega lui stesso, è solo «la parte più piccola del nostro business». Il resto è appunto nel cemento (tra i primi 6 produttori al mondo) e nella chimica. Eppure, ogni villa e palazzo in Italia lui l’ha scelto personalmente e con la moglie ne ha seguito restauro e arredamento. Due lauree, in Fisica e Ingegneria, una passione per la storia, l’arte e la letteratura, il tycoon orientale ha scommesso sull’Italia e sulle possibilità che offre, causa crisi, di impiegare bene i propri soldi, assicurandosi tesori d’arte a cifre molto vantaggiose.

«Mi chiedono spesso - spiega Chang- come mai con mia moglie abbiamo deciso di investire in immobili di pregio in Italia. La mia risposta, da studioso ed amante della storia, è che questo è il mio modo per ringraziare l’Italia, culla del Rinascimento da cui si è sviluppata la civiltà moderna».

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