"Ho visto Unabomber". Svolta sul bombarolo che tenne sotto scacco il Nordest

L'attentatore che terrorizzò il Nordest piazzando più di trenta ordigni esplosivi, tra il 1994 e il 2006, non è mai stato identificato. La testimone: "Aveva i capelli brizzolati"

"Ho visto Unabomber". Svolta sul bombarolo che tenne sotto scacco il Nordest

Tenne sotto scacco il Nordest, dal 1994 al 2006, con ordigni esplosivi piazzati in terra, sulle aiuole e persino sul sagrato di una chiesa. Mise a segno, in totale, 33 attentati - e forse anche un 34esimo - procurando il ferimento di 18 persone tra cui donne e bambini. Eppure l'identità di Unabomber resta ancora uno dei più enigmatici misteri italiani. O meglio, lo era fino a quando una delle vittime ha rotto il silenzio sulla presunta identità del bombarolo seriale. "Un uomo brizzolato, capelli corti, con una camicia tipo hawaiana e gli occhiali", ha raccontato Francesca Ghirardi al Corriere.it. La donna ha lanciato anche un appello dal suo profilo Facebook affinchè vengano riavviate le indagini. Parole che non sono rimaste inascoltate ed ora si profila all'orizzonte una possibile riapertura del caso grazie all'intervento del giornalista Marco Maisano.

La storia di Francesca

Erano le ore 11.30 del 25 aprile 2003, Francesca Ghirardi aveva appena 9 anni. Mentre giocava con un amichetto sul greto del Piave, a Fagarè di San Biagio di Callata, in provincia di Treviso, raccolse da terra un evidenziatore giallo: le esplose in faccia. "In questi anni sono andata avanti con la mia vita, ma oggi sarebbe importante tornare a smuovere le acque perché sono sicura che quel 25 aprile sul greto del Piave ci fosse anche Unabomber. - racconta -Era lì, lui o un complice, e io l’ho visto. Stavo giocando con Marco, un altro bambino, e un uomo ci guardava da lontano. Sono certa che l’abbiano notato anche altre persone, vanno riaperte le indagini". La detonazione fu tale da procurarle lesioni gravissime, purtroppo irreversibili, all'occhio destro. "Mi ricordo quel giorno come fosse ieri, non potrò mai scordarlo. - continua - Lui era lì, ci guardava giocare e ha scelto proprio noi due. Ha lasciato l’evidenziatore dove sapeva che l’avremmo trovato, ma solo dopo averci visti tornare dalla pausa per la merenda. Prima quel pennarello non c’era e lo ha detto pure una signora che era lì. Quando Marco e io abbiamo ripreso a giocare lo abbiamo notato subito e siamo corsi per afferrarlo. Volevamo usarlo per scrivere sul pilone. Ho vinto io, è l’unica gara in cui abbia trionfato in vita mia".

L'identikit di Unabomber

Sono passati molti anni da quel drammatico giorno ma Francesca non ha mai dimenticato il volto del presunto attentatore: "Ce l’ho impresso nella memoria da vent’anni: era brizzolato, con i capelli corti, gli occhiali e una camicia colorata, floreale, tipo quelle hawaiane. - rivela - Mia madre si era accorta che un estraneo girava da quelle parti". Nei giorni a seguire parlò di quell'uomo "coi capelli corti e una camicia a fiori" ai carabinieri: "Ho riferito subito di averlo visto sul luogo dell’esplosione, ma ero una bambina di 9 anni e mi era appena successa una cosa terribile, non mi sentivo molto sicura. - ricorda - Da grande però ho rielaborato l’accaduto e a ferirmi profondamente è stata proprio la consapevolezza che non si è trattato di un incidente o di una disgrazia, ma di un atto voluto. Non sono rimasta vittima di una fatalità che sarebbe potuta succedere a chiunque, Unabomber ha scelto proprio me e il bambino con cui giocavo. È la realtà con cui ho dovuto fare i conti e non è facile accettare che qualcuno scelga scientemente di attaccare due bambini innocenti e indifesi".

L'appello: "Riaprite le indagini"

Dopo quasi due decadi di indagini e inchieste che coinvolsero ben 5 procure, l'identità di Unabomber resta ancora sconosciuta. Le attenzioni degli inquirenti dell'epoca si concentrarono su Elvo Zornitta, un ingegnere di Azzano Decimo, la cui posizione fu definitivamente archiviata nel 2006. "Mi sarebbe piaciuto incontrarlo e parlarci, una volta maggiorenne, ma non è mai successo. - conclude Francesca - Del resto lui non ha mai chiesto di parlare con le vittime". Quanto all'intera vicenda, si prospettano novità importanti all'orizzonte.

Nei mesi scorsi, il Procuratore capo di Trieste Antonio De Nicolo ha autorizzato il giornalista Marco Maisano, autore e conduttore televisivo impegnato con una serie podcast per OnePodcast (iniziativa audio del gruppo Gedi lanciata a inizio 2022), a visionare la mole di reperti accumulati sul caso del misterioso bombarolo seriale. Maisano assieme a due donne vittime di Unabomber, ha rivolto la richiesta al magistrato che, se lo ritenesse opportuno, potrebbe a sua volta chiedere al Gip la riapertura delle indagini.

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