È bastato un tuffo per spegenre il sorriso di Kerry Stoutenbourgh, una ragazza di 19 anni morta dopo un bagno in un torrente del Maryland. La ragazza è stata colpita da una meningoencefalite amebica primaria: è una delle patologie infettive più gravi che conduce nel 90 per cento dei casi alla morte. Ha combattuto per dieci giorni, ma l'1 settembre è morta in ospedale. A ucciderla è stata la presenza nelle acque del torrente di una terribile ameba che "divora" il cervello, la Naegleria fowleri. I test della meningite avevano dato esito negativo e da qui è scattata la ricerca da parte dei medici delle possibili cause della malattia della ragazza. Fino alla terribile scoperta. "Si tratta di un'infezione dalle conseguenze catastrofiche e che progredisce molto rapidamente", ha detto Carol Smith del Wadsworth Center del Dipartimento della Sanità. In Italia la sua incidenza è praticamente nulla, come afferma il dottor Fabrizio Pregliasco, virologo presso l’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi nella stessa città. "Nel nostro Paese è stato diagnosticato un solo caso di meningoencefalite amebica primaria, oltre tutto post mortem - spiega Pregliasco al Corriere.it -, mentre ci sono stati altri casi non confermati.
Questo perché da noi non sussistono le condizioni ambientali di contaminazione e non ci sono portatori, sebbene valga sempre la raccomandazione di evitare le acque stagnanti, dove c'è più probabilità che possano annidarsi questi batteri".
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