Il Comune di Trieste vince la battaglia dei vaccini. Il Tar ha dato torto alle due famigle che si opponevano all'obbligo, deciso negli scorsi mesi dall'amministrazione comunale, di vaccinare i bambini che intendono frequentare gli asili e le scuole d'infanzia e quelle convenzionate.
I giudici amministrativi del Friuli Venezia Giulia, si legge su La Stampa, nelle loro motivazioni spiegano che in Italia "l'obbligo di vaccinazione non è mai stato abrogato" per antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica e anti epatite B e che "il pur rispettabile e tutelabile interesse individuale deve regredire rispetto all’interesse pubblico, in particolare ove si tratti di tutela della salute". Insomma, per il Tar "la potestà genitoriale non è in discussione" ma sulle vaccinazioni la legge consente ai genitori "solo una specie di obiezione di coscienza" e quindi non possono fare a meno di vaccinare i loro figli. Il Comune, in questo caso, "può legittimamente definire e disciplinare" i requisiti di accesso ai propri asili adottando "una norma di prevenzione e precauzione in materia di salute", come quella dell’obbligo della vaccinazione per chi frequenta gli asili.
Trieste è la prima in Italia a introdurre l’obbligo della vaccinazione per i bambini da zero a sei anni che vogliono frequentare gli asili. Sono circa novemila in tutta la città e sono arrivati a percentuali di vaccinazione fra le più basse del Paese: 89,8% per la difterite, 91% per il tetano; 89% per l’epatite B e 90,2% per la poliomielite."Tutte percentuali - ricorda l’assessore comunale all’infanzia, Angela Brandi - ben al di sotto della soglia di sicurezza individuata al 95% per quella che viene definita 'l’immunità di gregge'". Il Comune è intervenuto per "la diminuzione della copertura vaccinale dei bambini e per l'esposizione al contatto con soggetti extracomunitari provenienti da Paesi in cui - hanno rilevato i giudici del Tar - anche malattie debellate in Europa sono ancora presenti".
I giudici fanno, infine, nota che siamo di fronte a una materia"in cui la razionalità scientifica e il pubblico interesse devono prevalere su facili suggestioni ed epidermiche emotività, pur nel pieno rispetto della libertà di ognuno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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