Vaiolo delle scimmie, la verità su chi non è vaccinato

Con l'arrrivo nel nostro Paese di alcuni casi del vaiolo delle scimmie, aumentano i timori di chi non è vaccinato per quello umano. Per fare chiarezza ne abbiamo parlato con il professor Guido Castelle Gattinara, pediatra e infettivologo, presidente della Società italiana di Infettivologia Pediatrica

Vaiolo delle scimmie, la verità su chi non è vaccinato

Sono attualmente quattro in Italia i casi accertati di vaiolo delle scimmie, il virus particolarmente attenzionato in questo momento, soprattutto per il suo comportamento considerato da molti anomalo. Dal 1981 nessuno è stato più vaccinato per il vaiolo umano, che a detta di molti esperti, sarebbe una copertura sufficiente per questo "parente" del virus. Il timore quindi, nonostante le rassicurazioni degli esperti, è per chi non è stato immunizzato da vaiolo e soprattutto per i bambini e i ragazzi. Tra chi paventa nuove vaccinazioni e chi non crede alle rassicurazioni date dagli esperti, abbiamo cercato di fare chiarezza intervistando il professor Guido Castelle Gattinara, pediatra e infettivologo, presidente della Società italiana di Infettivologia Pediatrica.

Professore, quasi tutti i virologi stanno dicendo che non bisogna allarmarsi per questi casi di vaiolo delle scimmie. Però sono le stesse cose che venivano dette quando sono arrivati i primi casi di Covid. Quale è la verità?

“La situazione è molto diversa dal Covid anche se mi rendo conto che siamo tutti spaventati dalle nuove possibili pandemie. La trasmissione umana di questo virus è rara, e anche se ci sono stati alcuni casi in Europa, nulla indica la possibilità di un nuova pandemia. Questo perché il virus non si trasmette per via aerea ma con contatti stretti. L'attenzione posta dalle autorità è doverosa per essere sempre preparati, ma per ora restiamo molto tranquilli. Aggiungo inoltre che questo virus non è sconosciuto come il SARS CoV-2. Il vaiolo lo conosciamo bene e abbiamo armi potenti. Per ora i casi non sono tanti né particolarmente gravi. Oltre alla paura, abbiamo imparato a curare l’igiene delle mani e una certa attenzione ai contatti. Queste acquisizioni ci saranno utili in futuro, ma per ora non si devono applicare a questa nuova condizione”.

Dopo il 1981 nessuno è stato più vaccinato per il vaiolo, realmente cosa si deve temere per chi è nato dopo?

“Le persone nate prima del 1980 sono quasi tutte vaccinate. Il vaccino ha protetto allora dal virus del vaiolo umano e coprirebbe oggi anche contro un potenziale vaiolo delle scimmie, dato da un virus ‘cugino’ di quello umano. Tuttavia chi non è vaccinato non rischia nulla di più, perché il pericolo di infettarsi al momento è praticamente zero. Non c'è nessuna fascia di rischio e non c'è nessun pericolo al momento. Infatti non ci sono disposizioni particolari, perché non c'è nessun allarme”.

Lei che è pediatra esclude il rischio anche per i bambini e i ragazzi?

“Per quanto riguarda l'infanzia il rischio di un contagio è pressoché assente, data la trasmissione per contatto molto stretto con persone infette. Non sono stati riportati casi pediatrici nelle precedenti piccole epidemie ma solo casi isolati in Africa nel 2003”.

Visto che il vaiolo umano è un virus che l'Oms aveva dichiarato estinto, ci sono dopo 40 anni i mezzi per poter affrontare questo “cugino”?

“Il virus del vaiolo è estinto e non esiste più. Questo che abbiamo attualmente infetta le scimmie, e l’uomo lo può acquisire solo per sbaglio. Tuttavia una trasmissione tra gli uomini è possibile, ma per contatti molto stretti o per via sessuale”.

Da più parti questo virus è stato definito “anomalo”, perché si sta replicando anche su persone che non sono arrivate dalle zone di contagio. Perché si sta comportando in questo modo?

“È possibile che le infezioni escano dai confini delle zone endemiche. In questi casi i contatti vengono seguiti per un certo tempo per essere sicuri che stiano bene. Nel caso si ammalassero verrebbero subito messi in isolamento. In questo modo si blocca la diffusione del contagio”.

Esiste, che lei sappia, l'ipotesi di ricominciare la vaccinazione contro il vaiolo?

“No, al momento rivaccinare le persone non avrebbe nessun senso, e gli svantaggi sarebbero maggiori dei benefici”.

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