Valsamoggia, polpette ripiene di ami da pesca, animali in pericolo

Prima vittima della crudele trappola un micio di 10 anni, fortunatamente salvato grazie ad un’operazione chirurgica; allarme tra i padroni di animali domestici della zona

Valsamoggia, polpette ripiene di ami da pesca, animali in pericolo

VALSAMOGGIA. L'ultima frontiera della crudeltà nei confronti degli animali domestici ha fatto la sua comparsa nei prati di Stiore di Monteveglio, in provincia di Bologna.

A farne le spese un micio di dieci anni di nome Piccolo, vittima di una trappola tanto crudele quanto vigliacca. Pochi giorni fa, verso le sei del mattino, ha svegliato la sua padrona Roberta con un miagolìo insistente, sommesso e sincopato: “Ha grattato alla porta ed appena è entrato ci siamo accorte che c’era qualcosa che non andava. Aveva la bocca deformata, il collo gonfio...ed un filo che gli pendeva fra i denti. Appena mia figlia l’ha toccato ha fatto un lamento prolungato, ha nascosto la testa fra le zampe. Ci siamo rese conto che si trattava di una cosa grave e siamo andate subito al pronto soccorso dell’ospedale veterinario Portoni Rossi, a Zola”.

Viste le condizioni critiche, con una ferita estesa a tutto il palato, probabilmente a causa dei ripetuti tentativi di liberarsi dell’amo conficcato in profondità, i medici hanno deciso di sottoporlo ad un intervento. L’operazione, eseguita in anestesia totale, è riuscita alla perfezione, tanto che già oggi Piccolo sembra ristabilito.

“I medici sono stati bravi ed ora possiamo raccontare questa storia che appare incredibile, eppure è così: in giro ci sono persone che fanno cose così malvagie da sembrare impossibili...”, continua Roberta, che ha denunciato quanto accaduto sia ai carabinieri che alla polizia municipale. Non si tratta comunque della prima volta in cui a Stiore vengono segnalati episodi del genere: già in altre occasioni sono stati ritrovati dei bocconi avvelenati.

In questo caso specifico il metodo utilizzato è leggermente diverso: infatti un amo di dimensioni significative, inglobato in una polpetta, è stato estratto dal chirurgo e consegnato come reperto alla padroncina, insieme a un conto da 700 euro.

“Piccolo è salvo e questo è l’importante. Certo che oltre a un gesto crudele c’è anche un risvolto economico non da poco...

”, aggiunge Roberta, che ha suonato di persona ai campanelli di tutto il borgo per segnalare l’accaduto e ha notificato il fatto all’opinione pubblica, anche per innalzare il livello di attenzione da parte dei padroni di cani e gatti.

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