Negli ultimi mesi il dollaro si è nettamente rafforzato recuperando terreno contro le principali valute. Il suo apprezzamento è stato significativo soprattutto nei confronti dell'euro, con il cambio euro/dollaro che, dopo aver sfiorato quota 1,40 ad inizio maggio, è tornato in area 1,25-1,26.
«A pesare è stata la politica monetaria delle Banche centrali, con la riduzione (e poi, nelle ultime settimane, la conclusione) degli stimoli da parte della Fed. Sul fronte europeo c'era grande attesa per un eventuale Quantitative Easing da parte della Bce, aspettative finora non realizzatesi», commenta Carlo Alberto De Casa, senior analyst del forex broker ActivTrades (in foto) , tra i maggiori a livello internazionale nonché leader in Italia sui mercati valutari, e autore del libro «I segreti per investire con l'oro», recentemente pubblicato da Hoepli Editore. L'analista di ActivTrades passa quindi a parlare dell'oro: «Nelle ultime settimane le sue quotazioni hanno raggiunto nuovi minimi, in prossimità dell'area supporto di 1.180 dollari l'oncia. Senz'altro si tratta di un segnale negativo, che, almeno nel breve periodo non lascia presagire nulla di buono. Attenzione però a fare proclami catastrofici, perché i costi di produzione sono saliti molto e si attestano ormai sopra quota 1.000 dollari l'oncia. Pertanto lo spazio per ulteriori discese dei prezzi è piuttosto ridotto sebbene in passato si siano già verificati casi di commodities prezzate, per determinati periodi, su valori inferiori ai relativi costi di produzione. Inoltre, la domanda cinese e indiana è destinata a rimanere sostenuta: l'incremento demografico del Continente asiatico continuerà a sospingere la richiesta di metalli preziosi, in particolare per quanto riguarda il settore relativo ai matrimoni indiani».
Peraltro, sul prezzo dell'oro ci potrebbe esser anche l'impatto derivante dall'esito del referendum svizzero.
«Si voterà il 30 per un'eventuale innalzamento delle proprie riserve auree al 20% del totale. Se dovesse vincere il sì, ipotesi che i mercati per ora hanno scartato (anche se non è del tutto improbabile, almeno per i sondaggisti), la Banca centrale svizzera si troverà costretta a innalzare le proprie riserve, con un acquisto netto superiore alle 1.600 tonnellate, circa una tonnellata al giorno per i prossimi cinque anni. Senza dimenticare, poi, che le sarebbe fatto il divieto di ogni futura vendita di metallo prezioso. Un vero choc per il mercato dell'oro, con la possibilità poi che questa manovra potrebbe avere risvolti sui mercati dei cambi, con una Banca centrale svizzera difficilmente in grado di tenere il limite euro/franco svizzero sopra quota 1,20, come ha invece fatto negli ultimi tre anni.
Secondo numerosi analisi la Snb per acquistare oro dovrebbe disfarsi di parte degli euro dalle proprie riserve, acquistando dollari e poi oro. E questo non potrebbe che rafforzare il franco svizzero», conclude l'analista di ActivTrades.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.