Un abitante di Sutri, tale Alessio Vettori, contro le direttive del ministro dell'Ambiente, contro il buonsenso, contro la logica, predilige la plastica ai materiali naturali, i vasi finti (con i fiori finti) ai vasi di terracotta. E inscena uno scontro politico, perché il sindaco ha acquistato 150 vasi a Deruta, un luogo di produzione riconosciuto in tutto il mondo.
Il Vettori protesta perché io avrei migliorato l'arredo urbano, impiegando tremila euro del bilancio del Comune. Partendo da queste posizioni, rimasto solo, se ne va a cercare l'anima gemella a Deruta, dove trova un'esponente del Movimento Cinque stelle, sostenuta da un rappresentante di Avanguardia operaia, transitato in Forza Italia, e dalla signora Giuseppina Serena Sereneide Ricciarelli (nome reale). La quale, indispettita, non si capisce perché, dall'accordo tra i sindaci di Deruta e di Sutri, inveisce contro di me, ignorando le belle mostre in corso, da me curate, a Perugia e ad Assisi: «A queste persone occorre saper dire di no».
Ma no, a che? Cosa c'entra con l'acquisto di vasi a Deruta? Qual è il senso della polemica, in una semplice transazione, dopo un accordo gentile fra due sindaci? Che non c'è scritto sui
vasi: made in Deruta? Neanche sul vaso d'Eufronio c'è scritto: made in Cerveteri. Per la cronaca: i vasi non sono costati nulla al Comune, perché li ha offerti Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Terzo pilastro.
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