Cronache

Vaticano, quell'immobile a Londra pagato coi soldi dello Ior

L'inchiesta in Vaticano sui finanziamenti sospetti ha portato alla luce un'operazione da 200 milioni che fa sospettare di riciclaggio

Vaticano, quell'immobile a Londra pagato coi soldi dello Ior

Un'operazione immobiliare da oltre 200 milioni di euro, che prevedeva l'acquisto di un palazzo a Londra, gravato dalle ipoteche. Lì sono finiti i soldi raccolti dalle casse dell'istuituto per le opere religiose (Ior) del Vaticano.

È questo il centro dell'indagine condotta dagli investigatori della Santa Sede, con l'approvazione di Papa Francesco, che ha portato alle perquisizioni e ai sequestri di ieri mattina: documenti e pc sono stati portati via dagli agenti, nel tentativo di far luce sui finanziamenti milionari sospetti, messi in atto dalla Segretira di Stato (il nostro ministero degli Interni).

Per il momento sono 5 le persone indagate, che sono state sospese dal servizio per precauzione: si tratta, come ricorda il Tempo, del direttore dell' Autorità di Informazione Finanziaria (Aif) Tommaso di Ruzza e di quattro dirigenti apicali della Segreteria di Stato, tra cui don Mauro Carlino dell'ufficio Informazione e Documentazione, Vincenzo Mauriello dell'ufficio Protocollo, Fabrizio Tirabassi dell'ufficio Amministrativo e l'addetta all'amministrazione Caterina Sandone.

L'inchiesta era partita a seguito di alcune denunce presentate dall'Istituto per le opere di religione e dall'ufficio del Revisore generale, che avevano individuato alcune operazioni finanziarie sospette. In particolare, alcune di queste operazioni avrebbero riguardato l'acquisto di un palazzo alla periferia di Londra, gravato dalle ipoteche. Gli accertamenti avrebbero permesso di scoprire che il proprietario era un imprenditore italiano. Sembra inoltre che gli indagati abbiano pagato una cifra esorbitante, superando il peso delle ipoteche e chiedendo consulenze a uno studio legale da centinaia di migliaia di euro.

Ma sulla vicenda è steso un velo di dubbi: innanzi tutto, l'acquisto dello stabile non è giustificabile, dato che non risulta "coerente con l'erica cattolica". Per di più non sembra avere senso, per il Vaticano, comprare un palazzo in uno Stato che ha come culto quello anglicano.

Ma il sospetto più grande riguarda l'Autorità di informazione finanziaria (che dovrebbe sorvegliare gli investimenti, per combattere corruzione e riciclaggio), che non ha bloccato questa operazione sospetta.

Commenti