Cronache

Vatileaks, Chaouqui: "Il bello viene ora"

Francesca Immacolata Chaouqui manda un messaggio al Vaticano: "Fino ad ora è uscito solo il 5% del lavoro della Cosea, che è andato avanti per nove mesi"

Vatileaks, Chaouqui: "Il bello viene ora"

Finita al centro dello scandalo sui "corvi in Vaticano", Francesca Immacolata Chaouqui in un'intervista a Libero ostenta tranquillità. E fa sapere di non essere stata danneggiata dalla vicenda che, per certi versi, l'ha travolta: "Questo processo ha cambiato ben poco nella mia vita. I clienti che avevo continuo ad averli. Le persone che frequentavo continuo a frequentarle, sia potenti che no. Non ho mai guadagnato un centesimo dal Vaticano. Nessun prelato mi ha mai presentato una singola persona. Semmai il contrario".

L'ex membro della Cosea (la commissione che aveva il compito di studiare oragnizzazione e gli sprechi del Vaticano) imputata per divulgazione di documenti riservati, si aspetta una condanna e non risparmia accuse: "Se hanno deciso di portarmi a processo senza prove, ho la certezza che mi condanneranno senza prove. Nel fascicolo processuale non ci sono gli estremi per la mia imputazione e il fatto che io sia lì non ha senso". La Chaouqui non si rimprovera nulla. Anzi, una cosa sì: "Avrei dovuto forse parlare con qualcuno, magari con il segretario di Stato, ma penso che non sarebbe cambiato nulla"

Poi aggiunge un particolare: "Dieci giorni dopo la nomina (la sua nella Cosea, ndr), quella parte della Segreteria di Stato che non è stata coinvolta nella nomina da parte del Santo Padre ha deciso che andavo disintegrata". Quando gli chiedono se si trattasse del cardinale Bertone, lei nega: "No, era già fuori dai giochi". E chiude con un "chi deve capire, in Vaticano, capirà".

Dopo aver ribadito che andrà "avanti fino in fondo, fino al carcere", sottolinea che quello stesso tribunale "dovrebbe processare anche chi ha rubato in Vaticano".

E sui documenti riservati che sono stati pubblicati, su libri e giornali, precisa: "Non è uscito neanche un quarto, anzi nemmeno il 5% del lavoro della Cosea, che è proseguito per nove mesi. Sebbene tutto sia stato portato a conoscenza del promotore di giustizia, si è deciso di non processare per esempio i postulatori delle cause dei Santi che avevano commesso gravissime irregolarità. Non sono stati nemmeno bloccati i loro conti correnti allo Ior, che riguardavano almeno cento cause".

Usciranno nuove carte? Nessuno può saperlo La Chaouqui intanto precisa di non essere una sprovveduta e, citando Giulio Andreotti, osserva: "Bisogna avere non solo grandi amici ma anche grandi archivi".

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