Ventimiglia, rivolta Pd: "Il partito ci lascia soli"

Il Pd di Ventimiglia? Un partito ormai allo sfascio e ad abbatterlo è stata l'emergenza immigrazione

Ventimiglia, rivolta Pd: "Il partito ci lascia soli"

Ventimiglia - Il Pd di Ventimiglia? Un partito ormai allo sfascio e ad abbatterlo, una picconata alla volta, non è stata certo la feroce battaglia politica con il centrodestra, ma la questione migranti, che ha scoperchiato un vaso di Pandora traboccante dei tanti mali che da tempo ormai affliggono un partito sempre più alla deriva, abbandonato non solo dalla segreteria provinciale imperiese, ma anche da quella regionale ligure e, peggio ancora, da quella nazionale.

Un terremoto politico iniziato, alla fine dello scorso mese di maggio, quando il sindaco Enrico Ioculano e i suoi consiglieri di maggioranza decisero di autosospendersi dal partito, in segno di protesta contro l'abbandono da parte degli organi centrali del partito e del governo Renzi, accusati di aver lasciato il Comune di Ventimiglia in balia di sè stesso, di fronte all'emergenza migranti: circa novecento stranieri in mezzo alla strada. Passa qualche mese e a metà luglio del 2016 è la volta delle dimissioni da parte del segretario del circolo di Ventimiglia, Domenico Casile.

Ora, l'ennesima frattura. Trentacinque iscritti del Partito Democratico di Ventimiglia, scrivono una dura lettera di accuse alla segreteria regionale genovese del Pd e a quella centrale, minacciando la marcia su Roma in mancanza di rassicurazioni e chiarimenti. "Dopo un periodo difficile con diverse autosospensioni dei componenti del direttivo cittadino - è riportato nella lettera, che ha ricevuto l'adesione di trentacinque iscritti su centoquattordici - sono seguite le irrevocabili dimissioni del segretario del circolo. Queste decisioni pur comunicate agli organi competenti, non hanno provocato alcun tipo di reazione, nessuna azione è stata svolta con la conseguenza, che di fatto il circolo è stato congelato, lasciato in uno stato di abbandono e completamente ignorato, si è creato un totale immobilismo dell'attività politica locale e nazionale".

E poi. "Tutto questo è avvenuto e sta proseguendo in un momento particolare per la comunità ventimigliese, che deve affrontare una emergenza sociale di elevata importanza e sensibilità, quale quella del fenomeno dei profughi, una tematica di risonanza europea...". E qui le accuse più pesanti: "Ci rammarica quindi dover rilevare l'assenteismo totale, il disinteresse e la mancata considerazione nei nostri confronti, da parte della segreteria provinciale e regionale e delle problematiche di questa città. Un gruppo dirigente provinciale, che ha lasciato decantare tale situazione per più di tre mesi, nell'assoluto complice silenzio degli organi provinciali e regionali".

Ma non è tutto: "Il partito ventimigliese, in mancanza di un direttivo e di un coordinatore di circolo, è inesistente su tutto il territorio intemelio, gli attivisti, i militanti e gli iscritti sono completamente soli, abbandonati ed allo sbando. Contrariamente alle direttive nazionali, nella nostra città non si è costituito alcun comitato di promozione referendaria e di conseguenza non si è programmata, alcuna iniziativa o manifestazione". Riguardo la vita amministrativa: "La stessa amministrazione cittadina (monocolore PD), vive un momento di confuso disagio, vedendosi costretta ad amministrare ed a decidere su scelte vitali per la città, senza avere la possibilità di rapportarsi con il partito di riferimento - prosegue la missiva - senza potere organizzare un confronto, un dibattito, un momento di condivisione con tutti gli iscritti, i militanti, gli attivisti e soprattutto con i giovani che saranno coloro che dovranno vivere in prima persona tali scelte".

Le accuse, ora, si fanno più circostanziate: "Ci rammarica nuovamente evidenziare, che di questo stato di cose sono state rese edotte in più occasioni le segreterie regionale (nella persona del commissario pro tempore On. Ermini) e nazionale, che come al solito, hanno ignorato e continuano tuttora ad ignorare, senza minimo rispetto per gli iscritti. I sottoscritti, stanchi di tale situazione, convinti che si debba arrivare ad un confronto democratico, che veda gli iscritti essere una parte attiva verso i cittadini, cercando di rimediare ad uno stato di immobilismo politico chiedono, che in tempi brevi si proceda alla convocazione di un congresso di circolo, con l'elezione dei nuovi organi direttivi".

Concludono gli iscritti: "Nel caso questo immobilismo continuerà e perdurerà saremo costretti ad auto convocarci e, come extrema ratio, andremo in delegazione a Roma, in segreteria nazionale ad esporre le problematiche del comprensorio Intemelio".

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