Vergogna degli ambientalisti a Roma: non fanno passare l'ambulanza

Una donna costretta a spostare la parrucca per dimostrare di essere sotto chemio e un'ambulanza non scalfiscono l'indifferenza dei sedicenti ambientalisti

Screenshot da Localteam
Screenshot da Localteam

Chi si mette in auto a Roma, oltre a dover fare i conti con il solito traffico che congestiona le arterie cittadine, deve spesso scontrarsi con le manifestazioni degli attivisti per il clima che, del tutto arbitrariamente e senza autorizzazioni, bloccano la principali strade della Capitale. Ancora una volta, questa mattina, un manipolo di sedicenti ambientalisti del collettivo Ultima Generazione, fin dalle 8.30, si è seduto in modo trasversale sull'asfalto bloccando di fatto il passaggio delle auto.

Sono rimasti lì, fermi, impassibili davanti alle richieste delle persone che dovevano andare a lavoro e che a causa loro, che probabilmente non sono impegnati in alcuna attività, hanno rischiato di tardare l'arrivo. Disagi enormi, che non è la prima volta che accadono, che oggi hanno però toccato livelli eccezionali. Infatti, le quattro persone che si trovavano sdraiate e sedute sull'asfalto sono rimaste immobili anche davanti alle richieste di una donna che si stava recando in ospedale per fare le terapie antitumorali: "Ho un problema, non sto scherzando, devo andare a fare la chemio". Per convincere gli attivisti che la sua era una richiesta vera e non uno stratagemma per farli alzare, la donna si è anche sollevata la parrucca.

Il suo gesto, così intimo e così forte, era mirato a smuovere le coscienze ma non c'è stato niente da fare: infischiandosene del disagio, dell'umiliazione di quella donna e della sua richiesta, gli attivisti per l'ambiente hanno semplicemente ignorato. Così come hanno a lungo ignorato le richieste degli automobilisti che chiedevano di far passare un'ambulanza che dalle retrovie cercava di passare ma che si trovava impossibilitata a procedere a causa del tappo di auto causato dagli attivisti. Ci hanno provato con le buone, ci hanno provato con la forza, ma solo quando uno di loro ha realmente visto e sentito l'ambulanza, allora si sono convinti che non fosse una boutade.

Davanti a tutto questo ci si chiede dove sia l'umanità e se ci sia ancora speranza, soprattutto ci si chiede cosa ci aspetta nel futuro se queste sono le nuove generazioni.

È questo quello che vogliono? L'indifferenza davanti alla richiesta implorante di una donna che è costretta a togliersi la parrucca per dimostrare che sta facendo la chemio e l'apatia davanti a un'ambulanza con le sirene spiegate. Viviamo davvero in una società in cui una protesta ideologica vale più delle vite umane?

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