Cronache

Il vescovo di Malta ammonisce: "Dio è nel mare insieme ai migranti"

Il vescovo di Malta tuona sull'accoglienza, ma poi ricorda: solo due famiglie di migranti ospitate dal popolo della Chiesa di Gozo

Il vescovo di Malta ammonisce: "Dio è nel mare insieme ai migranti"

Malta e ìa gestione dei fenomeni migratori. Il rapporto dell'isola con l'accoglienza dei migranti è da tempo al centro del dibattito politico. Specie dopo la bufera seguita al caso della nave Aquarius. Le istituzioni governative della Repubblica maltese non sono sembrate troppo inclini all'apertura dei porti.

Di diverso avviso, a volte, sono stati i vescovi che operano in quella zona di mondo. Quando a cercare un luogo di attracco era stata la nave Lifesite, l'episcopato maltese aveva dichiarato che "ancora una volta il nostro paese ha fatto un grande gesto". Soluzione, quella dell'arrivo a Malta dei 230 migranti trasportati, che era stata caldeggiata anche dal ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini. Ma gli stessi presuli maltesi sono soliti criticare il governo della loro nazione quando quest'ultimo non si rende disponibile in materia d'accoglienza.

"Le conseguenze di questa misura sono potenzialmente fatali - avevano scritto i vescovi di Malta in riferimento alla chiusura dei porti alle imbarcazioni di soccorso delle Ong - poiché le navi non saranno più in grado di continuare a salvare vite nel Mar Mediterraneo. Sebbene presumibilmente finalizzata a garantire il rispetto della legge, questa azione mina direttamente la protezione della vita umana ai confini europei, rendendoli ancora più pericolosi per i rifugiati e i richiedenti asilo".

Il monito lanciato in queste ore è inseribile nel filone contenente le tante prese di posizione dei "colleghi" italiani dei presuli maltesi. Come quella del vescovo emerito di Ivrea, che ha preso carta e penna per indirizzare una lettera al presidente Giuseppe Conte. Oppure quella del cardinal Montenegro, che ha ricordato come sia Gesù Cristo a venire da noi migrando attraverso un barcone. Superata la fase delle divisioni dottrinali, pare che gli episcopati continentali abbiano trovato la quadra almeno su questo.

Monsignor Mario Grech, che è il vescovo di Gozo, ha esordito in modo duro durante l'omelia tenuta per la festa della Madonna del mutuo soccorso: La crocifissione di Gesù Cristo - ha detto - "è ancora in corso". E ancora: dinanzi a "migliaia di persone che muoiono nel mare intorno a noi, qualcuno potrebbe chiedere ‘Dov’è il tuo Dio?’". "La risposta - ha aggiunto, così come riportato dalla Sir - è nella coscienza: Dio è lì immerso nel mare insieme". Poi l'attacco ad alcune nazioni europee: "È veramente scandaloso e vergognoso - ha tuonato il monsignore - l’atteggiamento generale dell’Europa di fronte a questo esodo epocale". Sarebbe emersa una "mancanza di sincerità e volontà politica da parte dei vertici istituzionali", che come conseguenza ha quella far sì che "alcuni Paesi" prendano "misure per impedire a questi migranti di arrivare al sicuro in porto". L'Italia non viene mai nominata. Ma il tiro, non è un mistero, è stato alzato dall'insediamento di Salvini al Viminale.

La linea dura nei confronti delle Ong e dell'immigrazione clandestina ai vescovi non va proprio giù. Tanto che l'Europa sarebbe finita per diventare quella di Caino: "L’Europa ha gettato a mare i suoi principi fondanti, come la solidarietà, la giustizia, l’uguaglianza", ha scandito ancora monsignor Grech. Le forze politiche, allora, non dovrebbero cadere nella tentazione del populismo. Specie quelle maltesi. Ma è stato lo stesso vescovo, nel concludere, a evidenziare l'esistenza di un problema. Qualche tempo fa aveva invitato le famiglie frequentanti la Chiesa della sua diocesi a ospitare migranti. Questo appello è stato recepito solo in due casi.

Una "grave contraddizione", per stessa ammissione del vescovo ammonente.

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